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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

lunedì 23 dicembre 2013

Fattore Classifica

La classifica parla chiaro: la Serie A si sta lentamente trasformando in una Liga, dove due squadre giganteggiano tra rose ancora incomplete. Spero, da amante del pallone, che sia solo un anno di passaggio, di transizione. La Roma ha una velocità scudetto, la Juve è ulteriormente qualche metro più avanti.
Rivelazione da una parte, certezza dall'altra, Destro e Tevez, Benatia e Barzagli. I bianconeri, a livello d'organico e di gioco, hanno ancora qualcosa in più. I giallorossi assomigliano sono diversi aspetti alla prima Juve Contiana, gioco offesnsivo e una buona dose di incoscienza.
Il giorno della Befana, la resa dei conti. A chi il carbone?
Qualche posizione più sotto in classifica, c'è stato il Derby. Francamente, uno dei più brutti che abbia mai visto. Alla fine l'ha spuntata la migliore. L'Inter, a differenza del Milan ha più qualità, la differenza più importante. I rossoneri ormai si sono abituati a non avere gioco, aspettano le fiammate individuali. Che, però, quando non arrivano...
Un elogio a parte va a Palacio, l'incrocio argentino di Quagliarella e Inzaghi. I colpi del primo, l'istinto omicida del secondo. Sta dimostrando di essere, insieme a Tevez e Rossi, una spanna e forse anche più, superiore a Balotelli.
Allegri sbaglia quando schiera un centrocampo così lento, i medianacci non possono improvvisarsi registi; rischiano solo di diventare zavorre. Non si possono cogliere rose dai piedi di Muntari, De Jong e Poli.
Il mercato capita a fagiolo, ma non si pensi che possa bastare Honda. Gli servirà tempo per inserirsi nel calcio nostrano, sempre meno interpretabile, per quanto scontato.

martedì 17 dicembre 2013

Fattore Trasformazione

Signora Omicidi in Italia, verginella timida in Europa. Questa è la Juve. Questa è la sua trasformazione, molto stile Dottor Jekyll e Mister Hyde. Otto vittorie di fila in Serie A, una sola in Champions. Ha rifilato tre goal al Napoli, diretta concorrente allo scudetto, ne ha presi altrettanti (in due partite) dal Galatasaray, diretta concorrente per l'approdo agli ottavi. Tevez è un sintomo, non la malattia. Nel mercato l'unico da ingaggiare è un esterno d'attacco, per cambiare l'ormai scontato 3-5-2.
Il campo è un'alibi parziale: i bianconeri hanno difeso il pareggio, senza spingersi oltre. Questo è un errore che in Europa non ci si può permettere. Ora l'Europa League; da qui alla finale, il cammino può sembrare meno impervio, ma ciononostante, rimane ancora lungo. Intanto, ahinoi, rischia di ammazzare un campionato, in cui le dirette concorrenti, aspannano.
La Roma cerca in tutti i modi di complicarsi la vita, Fiorentina e Napoli hanno deciso di approcciare un gioco che rende solo parzialmente in Serie A. Farebbero faville in Premier, ma a casa nostra conta troppo la difesa.
Milano non ride. La sponda nerazzura cerca di coprirsi dalle dichiarazioni di Mazzarri, i cugini sperano in un miracolo. Allegri ne ha già fatti due, il terzo non so.
Un applauso al Torino, settimo. Un grande piazzamento per una squadra che in panchina ha un degli ultimi veri amanti del pallone, Mister Libidine, lo chiamavano.

lunedì 9 dicembre 2013

Fattore Campionato

15° giornata di campionato. Pochi sussulti, diverse osservazioni. La Juventus, non sbaglia più un colpo, la Roma resiste, le altre arrancano. La differenza risiede sicuramente nelle difese, ma anche in una diversa interpretazione dell'attacco. I bianconeri che vanno in goal con chiunque, hanno come boa d'attacco il basco, Llorente. Fra parentesi, finalmente un numero 9. Ma non segna solo Llorente, anche Vidal (che fior di giocatore), Tevez, Pogba. E qui vi è la vera forza dei torinesi.
La Roma, aldilà dell'importanza di Totti (tale e quale a quella di Pirlo per la Juve), si affida al solo driggling micidiale di Gervinho. Si spera che il ritorno di Destro sia aggiuntivo, non sostitutivo.
Invece, dal Napoli al Milan, passando per Inter e Fiorentina, ci si affida esclusivamente all'uomo in attacco: Higuain, Balotelli, Palacio e Rossi. Gli altri giocatori a sostegno, sembrano più addobbi che colonne.
Per Napoli e Fiorentina la strada è più semplice: ritrovare Callejon e Cuadrado. Per Inter e Milan, invece, sarebbe molto più utile se prima si desse una strigliata alla difesa. Sopratutto la sponda rossonera. Ventitrè goal subiti sono troppi, non ci sono alibi che tengano.

domenica 8 dicembre 2013

Fattore Gironi

Ecco l'esito dei sorteggi dei gironi dei Mondiali brasiliano '14:
GRUPPO A: Brasile, Croazia, Messico, Camerun
GRUPPO B: Spagna, Paesi Bassi, Cile, Austalia
GRUPPO C: Colombia, Grecia, Costa d'Avorio, Giappone
GRUPPO D: Uruguay, Costa Rica, Inghilterra, Italia
GRUPPO E: Svizzera, Ecuador, Francia, Honduras
GRUPPO F: Agentina, Bosnia, Iran, Nigeria
GRUPPO G: Germania, Portogallo, Ghana, USA
GRUPPO H: Belgio, Algeria, Russia, Sud Corea

Tralasciando il nuovo assurdo metodo dei sorteggi, sono venuti fuori dei gironi piuttosto disarmonici.
 Due gironi di fuoco, quello B e G e due equilibrati, quello D e C. Non troverà vita facile il Brasile, ma il pubblico sarà l'ago (favorevole) della bilancia.
Gli Azzurri soffriranno sopratutto gli spostamenti (adesso fa figo dire "logistica"). E' un girone di difficile previsione; Italia e Uruguay sono due squadre molto simili. Entrambe non hanno certezze (quando mai noi le abbiamo avute...). Gli attacchi, si spera titolari, sono buonissimi, Rossi-Balotelli da una parte, Cavani-Suarez dall'altra. Nell'ultima partita, quella di Confederation, però, non hanno avuto particolare rilevanza. Il loro è un sistema collaudato, il nostro non ancora; noi più qualità, loro più fisico. Ne vedremo delle belle.
Credo che si sia troppo presto archiviata l'Inghilterra. L'ultimo incontro ci è stato meritatamente favorevole. Ma abbiamo vinto (solo) ai rigori, e noi, a differenza loro, non avevamo cambiato allenatore due settimane prima. Hanno forze nascenti, Walcott e Wilshere su tutti. Patiranno sicuramente di più il caldo soffocante.
Spero solo che Prandelli convochi gli uomini giusti, non necessariamente, anzi, i suoi preferiti.
Butto una mia previsione di mine vaganti (le ultime credo di averle azzeccate): Belgio e Colombia.

sabato 30 novembre 2013

Fattore Leggenda #2

Ieri, una leggenda del calcio moderno, Ryan Giggs, ha compiuto 40 anni. In ventitrè anni di carriera ha collezionato 13 Premier, 10 Community Shield, 2 Champions League, 1 Mondiale per club e svariati altri premi. I numeri parlano chiaro, ma non bastano per descrivere l'ala mancina più forte degli ultimi venti, trent'anni. Un highlander, una Bandiera con la B maiuscola, un vero professionista in un mondo in cui cambiare maglia sembra una cosa naturale. Lui e Ferguson sono stati l'anima dell' Manchester per più di un ventennio. Altri club europei hanno avuto degli sbandamenti o dei periodi di rifondazione. I Reds no.
Non vi è appassionato di calcio che non rispetti il numero 11 gallese. Non è stato mai troppo elogiato dalla stampa, forse se avesse avuto il tanto sacro numero 7, sarebbe stato diverso.
Ha avuto in squadra diversi fuoriclasse: da Cantona a Rooney, passando per Cristiano Ronaldo e David Beckham. Molti se ne sono andati, lui è rimasto. Giù il cappello.
In tempi di muscoli e palestre, lui ha fatto valere l'eleganza e il cinismo del suo mancino. Nel Old Trafford, nel Theater Of Dream, ha dettato legge.
Ha incontrato anche i più forti al mondo, dai Galacticos ai Blaugrana di Guardiola; ne è sempre uscito a testa alta.
Quando darà l'addio, gli amanti del pallone, si alzeranno e applaudiranno il Re del Galles, nessuno escluso.
Grazie Leggenda.


domenica 17 novembre 2013

Fattore Civiltà

Quando il calcio, fortunatamente, va oltre gli insulti razzisti, l'intolleranza e il lancio di "materiale sanitario", "gavettoni di urina" e "giornali forniti di escrementi"...

http://www.repubblica.it/sport/calcio/2013/11/17/news/cara_mineo_campionato-71193920/?ref=HRERO-1



domenica 3 novembre 2013

Fattore Tabula Rasa

Il Milan deve ripartire da zero. Tabula rasa totale .Non dalle fondamenta, ma addirittura dalla progettazione. Con ieri sera è arrivata la quinta sconfitta in undici partite, 12 punti su 33: un ritmo da retrocessione. Il Milan è arrivato ad un punto in cui bisogna prendere atto della netta inferiorità rispetto alle prime quattro, partendo dalla rosa, fino  al gioco. Si ripete sempre che è troppo facile additare l'allenatore, farne un capro espiatorio, ma adesso è più che mai evidente che i giocatori hanno dato il possibile ad Allegri ed Allegri ha dato il possibile ai giocatori. Non c'è altro da dire.
Vidi con occhio curioso e molto interessato quando si decise di "abbandonare" le bandiere, passare ad un altro capitolo. Giusto. Ma altrettanto giusto è comprare nuovi innesti, nuovo fiato, nuovi piedi. Questo cambiamento non c'è stato. Troppo fisico, niente classe.Ora parlare di esonero non ha molto senso: chi verrebbe al posto di Allegri? Non ci sono nomi allettanti in giro. Forse l'unico è Di Matteo, ma non credo che sarebbe l'ambiente giusto per lui.
Adesso c'è il Barça (i pronostici sono già scritti), poi il Chievo. Quella contro i veronesi sarà la partita del non-ritorno, dentro o fuori.
Un consiglio ad Allegri: faccia come Garcia, adatti il modulo ai calciatori e non viceversa. Ognuno, al proprio posto, rende sempre meglio. Che ne direbbe di ritornare al 4-3-2-1 ancelottiano?

giovedì 24 ottobre 2013

Fattore Miglioramento

Parto dal Milan. Buona prestazione della squadra, con qualche limpida trama di gioco. Appena sufficiente per non lasciare vita facile al Barça. Partita dalle poche emozioni, ma con la nota positiva di Kakà. Non è più quello dei tempi che furono, ma può essere di grande esempio per i suoi compagni. Spero soltanto che il Milan non decida di aggraparsi a lui come ha fatto con El Shaarawy prima e con Balotelli poi.
La Juventus invece si è ripresa piuttosto bene dopo la batosta fiorentina. Buonissimo gioco, qualche problema a livello fisico; l'esatto contrario del Real. Se Conte deve lavorare di più sui singoli, Ancelotti deve prestare più attenzione al sistema di gioco. Il reggiolese ha obiettivamente più margine di miglioramento da sfruttare. Sulla partita di ieri si sono già scatenate le critiche; è vero, l'espulsione non c'era e la partita era rimasta equilibrata in 11 contro 11, ma questa è la Champions, prendere o lasciare.
L'unica cosa che mi auguro è di non vedere più le scene da centro estetico, con l'intenzione di deridere l'avversario. L'arroganza ha premiato poche volte nel calcio.

lunedì 21 ottobre 2013

Fattore Fuorilegge

"Perché la gente ama il calcio? Perché non ha nessuna verità, nessuna legge."
E' una delle migliori frasi per riassumere in modo coinciso e preciso il Calcio. L'ha pronunciata Michel Le Roi Platini. E' la prima frase che mi è venuta in mente guardando Fiorentina-Juventus, una delle partite più fuorilegge degli ultimi anni (per me il record appartiene ancora a Liverpool-Milan).
Da 0-2 a 4-2, un saliscendi di emozioni e colpi di scena, dall'intervento grossolano di Cuadrado ai buchi della difesa bianconera. Un grande Rossi e una piccola zebra.
Questa sconfitta, paradossalmente, è servita a entrambi. La Fiorentina ha capito che se vuole, (quasi sempre) può. E che gli infortuni, cosa che vale per tutti, non sono un alibi.
La Juventus, invece, ha capito che la falla nella nave è ben più grossa di quanto si pensasse. E' un problema più di testa, che di gambe. Questa terza versione della Juve di Conte, è sì più matura, ma troppo poco timorosa. Altre volte, con la paura della rimonta avversaria, avrebbe addormentato la partita; è un errore che non deve preoccupare, ma riflettere. Mercoledì c'è Madrid, ma non tutto è perduto. Se ritrova quella paura, non si può sapere cosa accadrà.

Il Napoli e l'Inter con questa giornata, hanno dimostrato che in fondo non sono così diverse; hanno cambiato tanto, forse troppo; non solo rosa, ma anche allenatori e sistemi di gioco. Cosa che invece non è successa nella Roma: Garcia fa giocare i suoi uomini nei loro ruoli naturali, senza adattare alcuno.
Sia Napoli che Inter devono crescere e non ho dubbi che lo faranno. La squadra meridionale però, a livello tecnico, ha qualcosa in più.

mercoledì 16 ottobre 2013

Fattore Chiarezza

Nella Nazionale di Cesare Prandelli, c'è obiettivamente poca chiarezza: dal modulo al gioco, dalla rosa alla panchina, un potpourri di indecisione. E un velo, neanche tanto sottile di confusione.
E' stato, fino all'esaurimento, esaltato lo (stra)ordinario risultato della qualificazione con largo anticipo, ma bisogna anche notare con altrettanta attenzione, l'accesso non come testa di serie. Due partite, quelle con la Danimarca e con Armenia, che hanno evidenziato diverse lacune, difensive su tutte. La soluzione non è additare i portieri: Buffon o Marchetti non cambia la sostanza: tanti, troppi errori difensivi, una caratteristica atipica per la Nazionale Italiana. L'uso massiccio delle riserve non è una scusa, anzi, contro queste due formazioni si deve vincere con le seconde linee, altrimenti, cosa ci aspettiamo, di portare in Brasile solo undici giocatori?
La difesa che sia a tre o a quattro, non può permettersi le assenze di Barzagli, Bonucci o Chiellini. Balzaretti è un terzino senza qualità, Maggio è troppo altalenante nelle prestazioni. Il centrocampo deve essere di qualità e continuità, di conseguenza, continuo testardamente a non capire la presenza di Montolivo.
Mi fa piacere sentire la suggestione-Totti, ma vi prego, rimanga tale. Per quanto possa essere utile un giocatore di esperienza e di straordinarie capacità tecniche, non vedo come possa essere utile in una squadra così complicata... è com aggiungere pepe ad un piatto troppo salato.
Speravo e continuo a sperare che Prandelli nelle prossime amichevoli, smetta di progettare e sperimentare, ma dia inzio ai lavori, a partire dalle fondamenta (difesa), trovando, così, un pò di chiarezza.

giovedì 10 ottobre 2013

Fattore Tifo

Il tifoso, il sostenitore, il (come orribilmente si dice) dodicesimo uomo in campo. Un personaggio senza età, il migliore è quello che dalla nascita alla morte, non cambia maglia, idea o voglia, che all'estero ricopre, nel suo piccolo, il ruolo di ambasciatore. Uomini come questi ne troverete a centinaia, a migliaia in tutta Europa, dall' Inghilterra fino alla Spagna.
Il "tifoso", il violento, colui che la domenica mattina, per sfogarsi delle insoddisfazioni della propria vita, si alza, si guarda allo specchio e non vede l'ora di andare allo stadio per insultare, infamare, colpire e minacciare l'avversario, di qualunque squadra faccia parte; che sia dirigente, allenatore, calciatore o tifoso, non importa: è un nemico, nient'altro. Uomini come questi ne troverete a centinaia, a migliaia in tutta Italia, dal montuoso Piemonte alla marittima Sicilia.
Oh sì, Capello aveva ragione, eccome, quando dichiarava che il Calcio Italiano, è in mano agli ultrà. Siamo l'unico paese ad essere in mano ad una banda di violenti. Noi e la Bulgaria (http://video.repubblica.it/sport/bulgaria-tifosi-del-levski-cacciano-il-nuovo-allenatore/142287/140823). Grazie tante.
Poi è inutile che ci riempiamo la bocca, con frasi del tipo "C'è da colmare il gap con l' Europa". E' questa nostra condizione da bulgari (con tutto il rispetto) che dobbiamo cambiare.
E se penso ai provvedimenti degli organi (questa volta, ahiloro) competenti, mi viene da ridere. "La discriminazione territoriale è una cosa tutta italiana" Platini dixit. E' una cosa che non sta nè in cielo, nè in terra. Penso che anche negli anni '50 e '60, sarebbe scappata qualche pernacchia. Vi prego un minimo di serietà.
Le cure? Più stadi di proprietà, celle negli stadi, vietato l'uso di fumogeni o striscioni, basta barriere o divisioni da bestie in gabbia. Condanne di minimo 7 anni. Chiusure degli stadi per ogni insulto razziale.
Perchè noi siamo tanto diversi dal resto d'Europa? Perchè là l'unica cosa che conta è il sostegno dei propri beniamini, qua, l'unica cosa che conta è demolire, verbalmente e non, l'avversario. Pardon, nemico.

sabato 21 settembre 2013

Fattore Investitore

E' ufficialmente tramontata l'era Moratti. Il mestiere del Presidente dell'Internazionale si è trasmesso di padre in figlio, da Angelo a Massimo Moratti passando per Fraizzoli, Pellegrini e Facchetti. Tante vittorie, tanti soldi e tanti "pacchi". E anche diversi sospetti, dalle pasticche di Herrera allo scandalo Calciopoli; sospetti mai confermati.
Father & Son Moratti hanno fatto quel che dovevano fare: le Champions su tutto. Poche volte abbiamo assistito ad una tale passione per la propria squadra; d' altro canto, chi avrebbe osato spendere (in gran parte di tasca propria) un miliardo e mezzo di euro? Con un solo obiettivo: restare sempre tra le grandi. Sollevare la Coppa ad Orecchie è stato l'apice del successo, e ora, è il momento giusto per lasciare. Dopo il fallimento Ranieri-Stramaccioni, l'Inter ha trovato la persona giusta, sia dal punto di vista tattico che personale.
Inizia l'era Indonesiana di Erick Tohir, personaggio ambiguo, quanto la propria biografia; tanti soldi e tante domande. Speriamo bene.
Può segnare un passaggio di svolta; non è come il clan americano della Roma, ostaggio delle banche. E' il primo investirore straniero in Italia, primo indonesiano in Europa. Aria nuova fa (quasi) sempre bene: è giunta l'ora che il calcio italiano esca dalla propria provincialità, dal proprio sistema-cricca. Mescoliamo le carte nel mazzo.
Concludo con una speranza: va bene chiamarsi Internazionale, ma qualche nostrano in più, non sarebbe male.

martedì 17 settembre 2013

Fattore Analisi

Gran bella Roma, finalmente, dovrei aggiungere. Dissi che ci volevano meno parole più fatti; così è e i risultati iniziano ad arrivare. Sia la squadra di Garcia, sia quella di Benitez non hanno ancora incontrato formazioni di un certo livello, ma come sempre, vittoria porta vittoria, a meno che qualcosa non si rompa. Ciò che si è opposto a queste due squadre, nella maggior parte dei casi, è stato l'ambiente: si sa, le piazze romane e quella napoletana sono le più difficili da gestire. Quest'anno però c'è una buona aria di cambiamento. Staremo a vedere.
Il Milan parte con un forte handicap: la dirigenza; mi espressi in maniera ironica circa l'arrivo di Kakà, ora non vorrei rigirare il coltello nella piaga. Fare continue pressioni all'allenatore di sicuro non aiuta. Mi vengono in mente i campionati esteri dove l'allenatore è padre-padrone della squadra e del mercato. E senza andare a prendere come esempio Sir Alex. Da noi le formazioni e il mercato le fanno le dirigenze. E' inutile poi chiederci come mai il nostro calcio sia in declino.
Con il Celtic sarà dura, ve lo assicuro.

martedì 3 settembre 2013

Fattore Pronostico

Stop al calciomercato,stop alle vacanze, ora si fa sul serio.
E' stata un'estate che passerà alla storia, non c'è dubbio. A partire dai 60 milioni per Falcao, per arrivare ai 100 di Bale, passando naturalmente per i 40 di Higuain, i 30 di Soldado, i 63 di Cavani,  i 5 di David Villa, i 37 di Willian, i 35 di Marquinos e i vari ritorni, come quello al Milan di Kakà e al calcio "giocato" di Eto'o.
Non voglio commentare le cifre (su alcune mi sarebbe davvero difficile esprimere un giudizio pacato), ma mi sembra oppurtuno dire, che la sopravvalutazione di alcuni calciatori ha raggiunto livelli mai visti, nè pensati.
Il Barça riparte da Messi e la sua copia (non clone) Neymar, il Real da Cristiano Ronaldo e la sua copia (non clone) Gareth Bale. Martino tenterà un' evoluzione, Ancellotti una rivoluzione, iniziata proprio dalla vendita di giocatori non indifferenti, da Callejon a Ozil.
Il Bayern è stato il più sobrio: Thiago Alcantara e Mario Gotze. 62 milioni totali.
Le cifre sono dell'altro mondo (giusto o sbagliato, ditelo voi). Sarà il campo a riportare tutto sulla normalità, o almeno spero.

Anche l'Italia, nel suo piccolo, si è data da fare: sono arrivati Tevez, Gomez e Higuain; sono partiti Lamela, Cavani e Osvaldo. Saldo in negativo, ma non di troppo.
Sì, il nostro campionato è mediocre, terribilmente mediocre, sopratutto dalla quarta classificata in giù.
E ciò rende anche più difficili eventuali pronostici. Ma tentare, come si dice, non costa nulla (al massimo qualche figuraccia):
La Juventus è la favorita, la più forte e la più collaudata. Capirai, la scoperta dell'acqua calda.
Ma quest'anno è diverso: la prima Juve di Conte era a conoscenza dei propri limiti, ma non ci ha dato troppo peso; ha vinto con un pò di incoscienza. La seconda Juve di Conte è stata molto più responsabile di sè stessa; per vincere non ha avuto bisogno di andare a manetta come l'anno precedente. Questa Juve è invece più matura, molto più matura. Le vittorie con Samp e Lazio (x2) lo dimostrano. Non ha dovuto abbattere l'avversario a tutti i costi, perchè ha sempre avuto il coltello dalla parte del manico. E' stata una grande evoluzione, sopratutto in tempi così ristretti. Buoni gli innesti, gran colpo Tevez; Orrico, in una intervista  di qualche anno fa, dichiarò che era l'uomo giusto per la Signora: concordai all'epoca, concordo tutt'ora. E' un vincente. Punto e basta.
E' inoltre l'unica squadra a non essersi indebolita. Lasciate perdere Conte, è troppo intelligente per fare alcuni tipi di discorsi.
Il Napoli è cambiato tanto, forse troppo. Higuain non è Cavani, però ha dietro di lui Insigne, Hamsik, Callejon e Mertens. Saranno proprio questi, più dell'argentino, a fare la differenza. Differenza, questa volta in negativo, ho paura la faccia la difesa. Non mi fido molto di Reina.
Il Milan ha chiuso il mercato con il colpo elettorale Kakà: ero uno preoccupato all'idea che non si facesse.
I rossoneri sono in seria difficoltà, e datemi retta i problemi non verranno necessariamente da Balotelli&El Sharaawy. Credo che il centrocampo non durerà a lungo.
L'Inter, si è detto e ridetto, ha fatto il colpo con l'allenatore. Ma io aggiungerei che non basta ancora, nonstante sia stati anche (e direi anche "finalmente") "abbandonati" i giocatori del Triplete. Mazzarri, mi dispiace dirglielo, ma dovrà fare lo stesso lavoro del "primo" Conte, se vuole arrivare ai vertici. Sembra cosa da poco, ma non lo è.
La Fiorentina è una buona squadra, ma dalla vita in su; sotto, tanta precarietà. I Della Valle non so quanto se ne intendano di calcio. La prima regola è sempre la stessa: in Italia i campionati si vincono con la difesa, punto.
Vado controcorrente. La Roma mi è piaciuta molto. Meno parole  (che lungo il Tevere non mancano mai), più fatti. Meglio partire in sordina e attaccare al momento opportuno.
La Lazio si è rinforzata, ma ha commesso uno sbaglio madornale: mettere qualità solo in mezzo al campo, nè davanti, nè nelle retrovie. Permettetemelo: un errore da pivelli.
Classifica (tanto poi chi vuoi che se la ricordi): Juve, Napoli, Inter, Roma, Milan, Fiorentina, Lazio.
Per la retocessione è più dura, visto le ottime campagne acquisti del Verona e Sassuolo. Preferirei esprimermi più in là.

venerdì 26 luglio 2013

Mitiche Coppie #1: Del Piero-Trezeguet

Alessandro Del Piero nasce a Conegliano nel '74, ruolo attaccante.
Estate '93; Del Piero ha diciannove anni e viene segnalato dai dirigenti del Padova ai piani alti della dirigenza bianconera, a Giampiero Boniperti in persona. Viene subito tenuto d'occhio da un'altra vecchia stella della squadra torinese: Franco Causio, il Barone del Sud. Il ragazzo ha talento, dicono. E difficilmente Boniperti si fa scappare un virtuoso del pallone. Brucia le dirette concorrenti, compreso il Milan, pagando un cifra, che ha detta di molti, è esagerata. Nessuno della Signora avrà mai alcun rimorso.
Ma nello spogliatoio, nella formazione, ci sono delle gerarchie da rispettare (una buona dose di "nonnismo", come ha recentemente affermato Zinedine Zidane). Il ragazzo di Conegliano parte subito dietro al Pallone d' Oro Roberto Baggio ed a Gianluca Vialli, mica due qualsiasi. Ma Del Piero non ci mette molto per scalare le gerarchie: goal alla seconda partita ufficiale e poi un altro, ancora più spettacolare, con la Fiorentina.
Conquista subito la Nazionale maggiore di Arrigo Sacchi e poi quella di Maldini e di Zoff.
Anno 1998. Modiali in Francia. Del Piero viene convocato dopo diversi anni giocati da protagonista (e da vincente) con la maglia bianconera, coronati con la conquista della Champions League. Non parte, però, subito titolare a causa di qualche infortunio, che ne ha compromesso la forma fisica.
L'Italia esce ai quarti con la Francia, poi vincitrice del torneo. Con questa sconfitta arrivano anche le prime critiche. Ma poco importa: continua la sua scia di successi in Italia e nel 2000, anno degli Europei, Zoff decide addirittura di dargli la maglia numero dieci, la maglia dei campioni.
Il soprannome? Pinturicchio, attribuito dall' Avvocato in persona. Un soprannome azzeccatissimo, vedendo le traiettorie delle sue punizioni o dei goal-alla-Del Piero (parte largo a sinistra, si accentra con l'estreno destro e disegna una parabola perfetta sull'incrocio più lontano: nulla da fare per qualsiasi portiere).
Gli Azzurri vengono però di nuovo sconfitti dalla Francia, questa volta in finale. Ed è in questo torneo che salta agli occhi dei più importanti club d'Europa una coppia di giovani attaccanti. Tutti ne parlano un gran bene. Veloce e tecnico il primo, istintivo e con il vizio del goal il secondo. Sono Thierry Henry e David Trezeguet. La Triade (Moggi-Giraudo-Bettega) ci fa un pensiero; vengono convinti da Platini, che parla un gran bene sopratutto di Trezeguet ("è uno che fa i goal"). E con la benedizione del Roi, entrambi vengono subito acquistati dalla Vecchia Signora. Qui nascerà una delle coppie più belle e prolifiche della Serie A.
David Trezeguet nasce a Rouen nel '77, ruolo attaccante.
La sua prima squadra, il Monaco, l'ho ricorda sopratutto per la media partite-goal impressionante. Un vero centravanti, vecchio stile, grandi capacità coordinative e un particolare astio nel pressare e ritornare indietro.
Caratteristiche che lo consacreranno ben presto tra la tifoseria bianconera.
Soprannome? Trezegol, anche questa volta più che azzeccato.
Del PieroTrezeguet-TrezeguetDel Piero. Classe e istinto, uniti da quella stoffa di vincente, a cui pochi è dato il privilegio di indossare. Una stoffa che a loro calza a pennello.
Caratteristiche molto diverse, come il modo di approcciare la partita. Del Piero macina chilometri, spazia da una parte all'altra dell'attacco, ritorna se può. Trezeguet, tocca un numero bassissimo di palloni, tanto che talvolta capita di dimenticarsi della sua presenza. Eppure in quei cinque o sei palloni che tocca, c'è quasi sicuramente uno che finisce in rete, spesso e volentieri in piena zona Cesarini. Un modo di stare in campo che talvolta genera fastidi o problemi, come quelli avuti con Claudio Ranieri. Ma il francese è fatto così, prendere o lasciare.
Ma è proprio questa diversità che li rende così complementari, così unici.
Si incontrano, ancora una volta da avversari nella finale di Berlino '06. E destino vuole che sia proprio il numero 17 juventino a regalarci il quarto trofeo, lo stesso giocatore che ci aveva condannato nel '98.
Del Piero e Trezeguet dividono le pagine più belle ed importanti della loro carriera, compresa la scelta di affondare negli abissi della Serie B; una scelta che non hanno mai rinnegato, una scelta chei tifosi juventuni ricorderanno per sempre. Condividono anche un rapporto non facile con la dirigenza e uno di profondo amore con la tifoseria.
L'azione più bella? Quella di Milan Juventus 2005
Ci vorrebbero ore per descrivere la bellezza di quel gesto, o meglio di quelle gesta. Zittire uno stadio come San Siro è una cosa che pochi sanno fare.



Il loro destino si è già incrociato diverse volte... chissà magari un giorni si ritroveranno uno nelle vesti di dirigente, l'altro di allenatore; e sono sicuro che potrbbe essere un altro capitolo pieno di trofei e soddisfazioni.
E poi non venitemi a dire che il calcio non è romantico...

giovedì 11 luglio 2013

Fattore Ridicolo 2

Ecco un nuovo episodio della fantastica soap-opera "Caso Calcioscommesse". Ancora una volta sono interessanti i nomi che saltano fuori: un esempio è Stefano Mauri, di cui vorrei riportare gli ultimi "problemi" giudiziari:
Il 28 maggio 2012 viene arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzato alla truffa sportiva, nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse.
Il 4 giugno, dopo otto giorni di carcere, viene scarcerato e gli viene concessa la detenzione domiciliare.
Il 14 giugno, viene revocata anche la detenzione domiciliare poiché lo stesso GIP Guido Salvini afferma che non ci sono i presupposti per applicare una misura cautelare nei suoi confronti.
Dal 19 settembre seguente è indagato dalla Procura di Berna (Svizzera) per riciclaggio. L'ipotesi che filtra dalla Svizzera è legata all'esistenza di un'organizzazione "transnazionale" capace di spostare ingenti capitali, utilizzati per le combine; su un conto intestato ai genitori di Mauri sono transitate somme di denaro sospette frutto di eventuali combine: fra queste, un versamento di 100 mila euro effettuato con un bonifico.
Il 30 novembre la Procura di Cremona chiede una proroga di sei mesi per lui e altri 32 degli indagati per il calcioscommesse iscritti nel registro nel maggio scorso.
Il 10 luglio 2013 viene deferito dal procuratore federale Stefano Palazzi per illecito sportivo in riguardo al quarto filone dell'inchiesta di Cremona in relazione alla gara Lazio-Genoa del 14 maggio 2011. Gli vengono contestate anche la violazione dell'Art. 1, comma 1 (violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità) e dell'Art. 6, comma 1 (divieto di effettuare scommesse) del Codice di Giustizia Sportiva.
Eppure gli è stato concesso di disputare il campionato, dimostrandosi un uomo-chiave per la Lazio. Ed ha anche sollevato la Coppa Italia, quella Coppa, che in teoria, dovrebbe maggiormente rappresentarci.
Ed anche per questo episodio vorrei far parlare i fatti più che i miei pensieri.


Dal blog del Sole24Ore "Calcio&Business" di Marco Bellinazzo

Calcioscommesse: processo dal 24 luglio, Mauri rischia 5 anni di stop, la Lazio da 4 a 6 punti di penalizzazione

Al via il 24 luglio davanti alla Commissione Disciplinare della Figc il processo sportivo relativo al filone d'inchiesta cremonese sul Calcioscommesse. Si discuterà sia della presunta combine di Lecce-Lazio del 22 maggio 2011 sia di quella di Lazio-Genoa del 14 maggio 2011. Il procuratore federale, Stefano Palazzi, ha deciso infatti di non dividere in due distinti procedimenti questa tranche dell'inchiesta lombarda. A rischiare di più sono la Lazio, il suo capitano Stefano Mauri e il calciatore Alessandro Zamperini. Il centrocampista biancoceleste é stato rinviato a giudizio per doppio illecito per entrambe le partite oltre che per la violazione dell'articolo 1, comma 1 (violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità) e dell'articolo 6, comma 1 (divieto di effettuare scommesse). Palazzi potrebbe chiedere per lui tra i 4 e i 5 anni di squalifica; per il portiere del Toro, Jean Francois Gillet, deferito soltanto per due illeciti, nel filone Bari-bis, il procuratore ha chiesto 4 anni. Ma la posizione del brianzolo potrebbe pesare anche sulla Lazio che potrebbe subire da 4 a 6 punti di squalifica oltre ad una multa pecuniaria, almeno in primo grado: 2 punti per la responsabilità oggettiva sul proprio tesserato per ciascuno dei due illeciti, più 2 punti per le aggravanti date dalla "effettiva alterazione dello svolgimento e del risultato della gara e dal conseguimento del vantaggio in classifica" ottenuto con le due vittorie dei biancocelesti. Rischiano invece 2-3 punti il Genoa, per responsabilità dell'ex tesserato Omar Milanetto, che potrebbe rimediare 3 anni e 6 mesi come tutti i deferiti per un singolo illecito, e il Lecce, che risponde per i tesserati Benassi, Ferrario e Rosati.

mercoledì 10 luglio 2013

Fattore GS (Genio & Sregolatezza)

La Storia del calcio, quella con la "S" maiuscola, è costellata di calciatori che hanno cercato di far convivere  il loro talento con la loro indole. Genio e sregolatezza. Dai mai dimenticati Strel'cov e Best, continuando per i più recenti Ronaldo, Adriano o Ronaldinho, per arrivare al "nostro" Cassano.
Lo ammetto, non sono mai stato un estimatore di Cassano, ma chi non ha apprezzato ogni sua giocata, ogni traiettoria del pallone dettata dall' istinto?
Scrissi che Cassano quest'anno avrebbe dovuto dimostrare di non essere il fuoriclasse mancato. Non ci è riuscito, ha fallito, un'altra volta. Roma, Madrid, Genova, Milano (per due), due Europei e adesso Parma. Occasioni ne ha avute, altrettante ne ha sprecate. Gli è sempre stata data fiducia, forse troppa. Nella carriera di Cassano tanti sono gli allenatori che hanno provato a "domarlo" , a tirare fuori quelle doti che in mezzo al campo avrebbero cambiato le sorti di ogni singola partita: Capello, Mazzarri, Allegri, Prandelli. Tutti, giunti ad un certo punto, l'hanno scaricato; hanno allargato le braccia e cambiato idea.
Cassano è quel classico ragazzo di cui le maestre dicono "è bravo, per carità, ma non si impegna abbastanza". Una frase che lui ha voluto appiccicarsi addosso. Lo ricorderemo più per quello che avrebbe potuto fare che per quello che ha fatto. Io di Genio ne ho visto ben poco, quasi nulla. Della sua sregolatezza, delle sue "cassanate", ne ho le tasche piene. Arriva a 31 anni senza mai aver vinto un trofeo da vero protagonista e con una marea di occasioni buttate via.
Adesso l'ha accolto Donadoni, l'uomo che continua a credere nelle sue capacità. Troverà una volta per tutte la sua dimensione, il suo spazio? Riusciremo ancora ad apprezzare il modo con cui tocca la palla, il modo con cui la calcia, con la certezza quasi naturale del goal?
Vedendo Cassano, mi viene in mente solo una parola: peccato.

lunedì 1 luglio 2013

Fattore Conclusioni

Brasile primo, Spagna seconda, Italia terza, Uruguay quarto. Facilmente pronosticabile. Il Brasile è stato sospinto sopratutto da proprio pubblico, un'arma a doppio taglio. Non sarà facile per la squadra di Scolari riuscire a reggere dal punto di vista emotivo e psicologico, il prossimo anno. Ma d'altro canto chi, meglio di Scolari, sa fare di necessità virtù?
La Spagna è arrivata a questa competizione nelle stesse condizioni dell' Italia, stanca sotto ogni punto di vista. Trovo che sia anche una Roja diversa sotto l'aspetto tattico: molto più catalana che madridista. La mancanza di un centravanti a lungo andare si fa sentire.
L'Uruguay, invece, lo vedo molto più precario. Tabarez il prossimo anno avrà qualche difficoltà in più a preparare una squadra veramente competitiva.
L'Italia, non si può negare, è ancora in piena fase di costruzione. Sia dal punto di vista tattico sia quello stategico. Prandelli questa volta aveva poche possibilità, ma il prossimo anno non ci devono essere problemi. Il lato fisico riguarda tutte le squadre, non solo la nostra. Bisognerà trovare una rosa competitiva anche per quanto corcerne le riserve; tra un anno basta esperimenti, basta cambi di modulo, spesso e volentieri improvvisati. La competività si trova (sopratutto) con la costanza.
Complimenti a Giaccherini, Candreva e De Rossi, la sorpresa, l'emergente e il veterano.

venerdì 28 giugno 2013

Fattore Equilibrio

L'Italia perde ai rigori (6-7) contro la Spagna. Alzi la mano chi lo avrebbe predetto. E abbiamo dominato nel primo tempo con diverse occasioni. Alzi la seconda mano chi lo avrebbe predetto. E per diversi tratti di gioco siamo stati noi i palleggiatori nel campo. Ok basta, non ci sono sufficienti mani.
Gran bella Italia. La partita è stata equilibrata fino all'ultimo, sono dovuti servire i maledetti rigori a decretare un vincitore. Mi cito: "abbiamo superato noi stessi" e "con le spalle al muro abbiamo tirato il meglio di noi stessi". Il gap con la Spagna almeno per una sera non si è visto, anzi. Le Furie Rosse, i campioni di tutto, hanno sudato, e parecchio. Questa partita è servita più di qualsiasi altra dagli Europei ad oggi. Non  è più la squadra di Kiev; la strada è quella giusta, per favore non prendiamo deviazioni o scorciatoie inutili.
C'è da migliorare, ma il bello è che si può migliorare.
Ha vinto il migliore in campo? Forse sì, ma di misura.
Passando al lato tecnico in questo torneo c'è stata anche un' importante evoluzione tattica: dal 4-3-2-1 al 4-3-1-2, per arrivare al 3-4-2-1. Sicuramente più solida la difesa a tre, ma entro il prossimo anno bisognerà cambiare la rosa a disposizione. Servono più ali: in un torneo, con queste condizioni climatiche, persone come Maggio, Giaccherini o Candreva non riusciranno a fare due partite di fila. Per coprire così tanto terreno servono più cambi, altrimenti si rischia di iniziare la partita successiva con uno o due uomini in meno. Serviranno anche attaccanti diversi: Balotelli non è la soluzione a tutti i nostri problemi. Vorrei aspettare la prossima partita per fare i complimenti ai giocatori uno ad uno, ma non resisto dall'anticipare le mie congratulazioni a Giaccherini e a Candreva.
La finale sarà Brasile-Spagna: che lo spettacolo abbia inizio.

lunedì 24 giugno 2013

Fattore Confederation

E ora sotto con la Spagna. Il 4-2 con il Brasile fa riflettere, ma piano con giudizi e condanne. Abbiamo fatto la nostra partita, a tratti giocando anche bene, ma penso che più di così, in questo momento, non possiamo fare. Se vogliamo avere qualche possibilità con le Furie Rosse dobbiamo superare noi stessi.
E' già stata sottoposta ad interrogatori e verdetti la difesa, con Buffon bocciato e Chiellini, Barzagli e Bonucci rimandati alla prossima. Andiamoci cauti. E' vero, fa notizia il fatto che prendiamo tanti, troppi goal pur avendo la difesa migliore d'Italia, ma è anche vero che non abbiamo il Vidal che fa barriera o il Lichtsteiner che corre ai ripari. E dobbiamo arraggiarci con quello che abbiamo.
Proporrei la difesa e tre con il trio di centrocampo Marchisio, Aquilani, De Rossi. Ma verrei considerato un eretico. Tra i tanti compiti che Prandelli darà ai suoi c'è anche quello di limitare Iniesta e Xavi, forse il compito più difficile e più importante.
Riguardo a Neymar ed ai suoi tuffi sono piuttosto tranquillo: non hanno mai fatto strada i tuffatori: cambierà ben presto atteggiamento.
Non mi soffermo mai a parlare sugli arbitri, ma tengo a dire che non sono per niente soddisfatto e parecchio deluso. Tanti, troppi errori per un torneo breve e a livello mediatico meno importante e gravoso rispetto agli Europei e i Mondiali.

giovedì 20 giugno 2013

Fattore Fortuna

L'Italia è stata molto, molto fortunata questa notte. Ha trovato un avversario non facile, in forma, ma si tratta pur sempre del Giappone. Prendiamo i tre punti e abbandoniamo il campo a testa bassa.
Partita iniziata malissimo, zero controllo della palla, rincorsa dietro ai veloci samurai e mai una giocata d'anticipo. Il centrocampo boccheggiava già dopo 15 minuti. Poi una carambola di eventi: dal rigore inventato allo 0-2, dall'altro rigore inventato fino al 4-3. Partita pazzesca, ma non perchè giocata bene da entrambe le squadre, anzi.
Prandelli, lo si può tranquillamente dire, ha sbagliato in pieno la formazione. E secondo me anche i cambi successivi lo sono stati in parte, come l'ingresso, seppur positivo di Giovinco. Con un altro avversario e con un vento un pò meno a favore, non avremmo visto palla.
Maggio non è da nazionale; De Sciglio fa quel che può, ma è proprio necessario fargli giocare tutti i novanta minuti?; l'idea di lasciare fuori Bonucci continua a non convincermi: appena gli altri bloccano Pirlo, tutta la squadra inizia ad ansimare, non trovando una valida alternativa come impostatore di gioco.
Su Montolivo, vorrei solo spendere due parole: nei miei post precedenti l'ho sempre criticato, e da quanto continuo a vedere, ho sempre avuto ragione: il rapporto Prandelli-Montolivo ricorda molto quello Lippi-Zambrotta (quello del 2010, naturalmente); un rapporto perseverante, più che ostinato. Montolivo non è un giocatore da Nazionale, punto. E Prandelli deve farsene una ragione. Ma chi non vorrebbe il proprio pupillo in squadra? Vero, ma se ne risente il rendimento generale, la strada giusta è la panchina. Inoltre penso che uno come Marchisio non si possa togliere, sopratutto quando si vogliono limitare le scorrerie avversarie.
Mi è piaciuto molto Balotelli, l'unico a reggere un attacco che, senza di lui, sarebbe inesistente.
In definitiva la vedo parecchio male, ma con la consapevolezza che, tradizionalmente, gli italiani danno il meglio di sè quando hanno le spalle al muro.

lunedì 17 giugno 2013

Fattore Nazionale

Una decisa Italia batte un ostico (e ti pareva) Messico. Un 2-1 un pò stretto, ma necessario per non farci prendere dall'onda dell'entusiasmo. C'è ancora molto da fare; se avessimo incontrato subito il Brasile, probabilmente staremmo ragionando su una sonora sconfitta. Finalmente Prandelli ha messo in campo una squadra motivata con un modulo quasi giusto. E' la strada che dobbiamo percorrere.
Critiche? Poche, ma che bisogna dire: fuori Montolivo e dentro uno tra El Shaarawy e Diamanti, con Marchisio mezz'ala. Altrimenti meglio ancora passare al 4-2-3-1 con Pirlo e De Rossi mediani e con Marchisio, Giaccherini (o Diamanti) e Aquilani dietro al solo Balotelli.
Dietro la situazione è ancora più complicata: rinunciare a Bonucci porta diversi rischi, sopratutto in fase d'impostazione, però è difficile lasciare in panchina uno con la gamba e il fiato di De Sciglio.
Plausi? Diversi, a partire da Pirlo fino a Balotelli, passando per Giaccherini.
E su Balotelli mi soffermo per un breve commento e consiglio: è quell'applauso del Maracanà, il tempio del calcio, è quel goal decisivo, da  vero centravanti, è quella gioia dei milioni di tifosi italiani che trasformano un giocatore talentuoso in un mito e poi in leggenda, non le prime pagine della cronaca rosa o i commenti della tv-spazzatura. Ricordatelo.

domenica 16 giugno 2013

Fattore Nazionale U21

Italia batte Olanda 1 a 0. Un buon, buonissimo risultato; adesso c'è la finale con la Spagna, i più preparati sotto ogni punto di vista. L'Italia di Mangia sta sopperendo le carenze tecniche con un gran lavoro di copertura e pressing, con però qualche errore in fase di impostazione, terribilmente catenacciaro, terribilmente efficacie, e come ha detto Mangia, "chissenefrega" del resto. Non penso che questo però basti con le mini- furie rosse;  in ogni caso, tanto di cappello a Mangia ed ai suoi.
Fa effetto vedere come i giocatori dell'Olanda, per esempio, siano quasi tutti titolari in squadre di campionati come Eredivisie o Jupiler Pro League oppure prime scelte tra le seconde linee di grandi club europei. I nostri invece devono aspettare cinque-sei anni almeno per avere una minima possibilità di mettersi in mostra in Serie A. La retoguardia azzurra è quasi tutta composta da nerazzurri, eppure non mi sembra che la strategia della squadra milanese abbia all'ordine del  giorno l'inserimento in rosa di uno di questi ragazzi. Lo stesso discorso vale per tante altre squadre, come la Juve, che aspetta anni e anni prima di buttare un giovane nella mischia, nonostante ragazzi come Pogba stiano dimostrando che con una strategia diversa si possa ottenere molto di più.
Questo è fondamentalmente il problema dell' Italia, questo è uno dei fattori che ci fa perdere terreno sulle altre big d' Europa. Spero francamente che altre grandi prestazioni dei più giovani facciano aprire gli occhi alle nostre società.

lunedì 20 maggio 2013

Fattore Conclusioni

Finito il campionato, è giunto il momento di tirare le fila del discorso: classifica alla mano Juventus, Napoli, Milan, Fiorentina, Udinese, Roma, Lazio, Catania, Inter, Parma.
Se rileggo un mio vecchio post in cui avevo fatto un (devo ammetterlo) accorto pronostico, credo di non essermi sbagliato più di tanto. La Juventus ha vinto; l'unica su cui avevo delle certezze. Ha vinto, sopratutto  grazie alla carenza di gioco e di qualità delle rose avversarie. In fondo era l'unica ad essersi rinforzata in estate.
Al Napoli è mancato proprio quel giocatore: Lavezzi. Si è sentita molto la sua concretezza e quella genialità nel risolvere situazioni complicate. Un grande applauso va a Cavani, i suoi 29 goal (!) e ad Hamsiç, veri trascinatori di questa squadra. Un importantissimo lavoro l'ha svolto Mazzarri. Cambierà squadra, spero che possa trovare altre soddisfazioni nel prossimo futuro, se lo merita.
Aldilà delle polemiche delle ultime giornate, giù il cappello ad Allegri. Scrissi che questo era l'anno in cui avrebbe dovuto dimostre la sua abilità: promosso a pieni voti. E' riuscito a giungere in porto con una nave piena di falle. Gli consiglio fortemente di cambiare aria, il Milan non lo merita.
Giù il cappello anche alla Fiorentina; poteva essere la mina vagante e così è stato. Dieci sconfitte sono tante, ma la squadra è ancora giovane ed ha ampi margini di miglioramento.
Nell'Udinese si vede tutta la man del maestro Guidolin: ogni anno gli cambiano la squadra, ma i risultati non cambiano. Di Natale è una grandissimo giocatore, peccato che sia stato scoperto tardi.
Il Catania di Maran (gran bravo allenatore) e il Parma di Donadoni hanno fatto un gran bel campionato, magari non proprio sotto i riflettori, ma lì accanto.
Dalla Lazio mi aspettavo qualcosa in più: forse più che all'allenatore bisognerebbe dare una spolverata alla squadra, ormai allo stremo delle forze e del gioco.
Sono rimasto piacevolmente stupito da Andreazzoli: che non sia lui l'uomo giusto per una piazza così insidiosa come quella giallorossa? Bisogna per forza di nuovo cambiare burattinai e burattini? No, non mi sembra il caso.
Riguardo all'Inter mi sembra di essermi già espresso abbondantemente nei post precedenti. Concludo dicendo che gli infortuni non nascono da chissà quale ente carico di sfiga, ma semplicemente da una cattiva preparazione atletica, uno, se non sbaglio, dei più importanti compiti dell'allenatore. Chi ha orecchie per intendere, intenda...

venerdì 3 maggio 2013

Fattore Sconfitta

Quella del Real di Mourinho contro il Borussia di Klopp è stata una grande sconfitta, che va aldilà dell' arrivo in finale: Mourinho ha fallito. Non è facile sentirlo dire o vederlo scritto, ma è la pura verità.
In tre anni ha conquistato una Coppa di Spagna, una Liga e una Supercoppa di Spagna, non proprio un gran bottino per uno come lui. Non proprio un gran bottino per una società che ha investito 31 milioni per Coentrao, 94 per C. Ronaldo, 67,2 per Kakà, 15 per Ozil, 20 per Albiol, 30 per Modric e 25 per Di Maria. Mourinho ha saputo fare meglio in altre squadre, nonostante il suo budget illimitato. Non è mai stato un grande tattico (di sicuro non al livello di Guardiola o dello stesso Klopp), ma è un grande stratega, oltre che un motivatore fondamentale. E' stato sempre in grado di attirare l'attenzione su di sè e cercare di far respirare la squadra a livello mediatico. In quest'esperienza però non è bastato.
Lui dice di non essere amato. Francamente mi sa tanto di presa in giro.
Probabilmente andrà al Chealsea, un altro posto dove ci sarà un ometto capriccioso che stacca l'assegno.
Per questa volta possiamo dirlo: Mou = zero tituli.

giovedì 11 aprile 2013

Fattore Futuro

Ha vinto il migliore, senza alcun dubbio. La Juventus, l'èlite del nostro calcio e del nostro campionato, si è dimostrata nettamente inferiore al Bayern (titolari, ma anche riserve).
Questa è una di quelle vittorie che ti fanno maturare, è uno schiaffo (in questo caso quattro) che ti fa capire quali sono i problemi reali. E' vero, il nostro calcio è economicamente inferiore a tutti gli altri e sicuramente non gode dello stesso fascino nella Premier, della Bundesliga o della Liga, ma è proprio da qui che bisogna iniziare a costruire. E' inutile aspettare lo sceicco di turno che a forza di "mance" ti possa dare l'aiuto economico tanto desiderato.
Marotta qualche anno fa lanciò nella bocca di tutti gli appassionati di calcio l'appellativo "top-player". Ma è inutile parlare di "top-player" dall'estero: i grandi giocatori bisogna farseli in casa. Prio in casa bianconera, se torniamo indietro con la memoria e ci ricordiamo la formazione della Juve di Capello, avremo:

Chiellini, Vieira, Kovaç, Birindelli, Pessotto, Emerson, Ibrahimovic, Del Piero, Nedved, Camoranesi, Trezeguet, Mutu, Zambrotta, Thuram, Giannichedda, Zalayeta, Cannavaro, Marchisio, Buffon.

Prima di arrivare alla Juve era giocatori di squadre modeste o poco più, eppure erano quasi tutti dei veri top-player. Basta fare acquisti mirati per avere una squadra di questo livello, lo stesso che hanno fatto i vari Bayern (lasciando perdere Martinez) o il Barça.
"Acquisti mirati" : è questo il futuro della Juve, e di tutte le squadre che sognano di arrivare ai vertici.

lunedì 8 aprile 2013

Fattore Salvezza

Epicuro sosteneva che " Aver coscienza delle proprie colpe è il primo passo verso la salvezza."
Questo è sostanzialmente il cammino delle squadre che aspirano alla salvezza, alla fatidica quota 40 punti.
Soltanto tramite il riconoscimento dei propri difetti che si può essere un minimo costanti, condizione necessario per non finire negli inferi della Serie B.
Le squadre che quest'anno stanno lottando per questo traguardo sono Bologna, Cagliari, Atalanta, Sampdoria, Torino, Chievo, Siena, Palermo, Genoa e Pescara.
Molti sembravano spacciati e si sono risollevati, altri invece non ce la faranno. Ora che mancano solo sette partite è necessario prendere, raccattare qualsiasi punto. Cambiare una panchina adesso sarebbe solo un azzardo; i vari Zamparini o Preziosi ci pensino due, anche tre volte prima di farlo.
Di tutte le squadre sopra elencate, vedo particolarmente tranquille solo le prime cinque. L'unica ormai destinata alla serie cadetta è il Pescara, ma francamente non ci si poteva aspettare altro dopo la vendita dei pezzi più pregiati.
Forse è meglio aspettare, ma vorrei fare i complimenti a Sampdoria e Torino, l'uniche tra queste a non portare sul campo un gioco improntato escusivamente sulla fase difensiva. Il Cagliari ha un bravo allenatore, è grazie a lui se la squadra è in una posizione relativamente tranquilla, nonostante i continui Cellino-Show
Sono rimasto deluso dall'Atalanta: pensavo che potesse aspirare a qualcosa di più.
Il campionato non è ancora finito, ma non penso che ci possa rivelare grandi sorprese, tipo la caduta rovinosa della Samp di due anni fa.

mercoledì 3 aprile 2013

Fattore Inferiorità

Mi aspettavo un grande spettacolo e così è stato; peccato che sia stato a senso unico.
Una grande partita per il Bayern e la peggiore della Juventus, che ne è uscita anche con il peggiore risultato possibile. 2-0, un macigno; servirà una partita straordinaria per ripassarlo ai tedeschi.
La Juve, impossibile negarlo, è stata nettamente inferiore. Sono mancati in molti all'appuntamento, forse tutti, da Pirlo a Barzagli a Marchisio a Buffon.
Gli schemi sono saltati con l'uscita di Kross. Guarda il caso: anzichè avvantaggiare la Juve, l' ha danneggiata pesantemente. L'entrata di Robben ha fatto naufragare l'intera compagnia.
Un gesto che sicuramente non verrà punito e penso che passerà anche inosservato è quello di Ribery: è proprio questo che divide un grande giocatore da un campione. Difficile fare questo passo, se non rispetti gli avversari.
Un'altra caduta di stile si è invece avuta da Beckenbauer. Anche in questo caso sarebbe meglio tacere.
Nonostante tutto continuo a vedere uno spiraglio di ottimismo: se si trattasse di un' inglese o di una spagnola, avrei più dubbi sul miracolo torinese. Ma trattandosi di una tedesca, dico che è meglio lasciarli esultare e aspettare con l'asso nella manica; in fondo il calcio è bello perchè imprevedibile e assurdo, proprio come il tiro di Alaba.

sabato 30 marzo 2013

Fattore Scudetto

La Juventus non ha più in pugno lo scudetto, ce l'ha in tasca. La dimostrato con la vittoria a San Siro, dove tutto sommato non ha neanche spinto il piede sull'acceleratore. Se la Juve è arrivata dov'è, bisogna certamente applaudire il gruppo in generale, ma persone come Barzagli e Buffon sono da osannare: il primo sono due anni che dimostra essere il più bravo centrale difensivo della Serie A (sì, superiore anche al Thiago Silva della scorsa annata); il secondo dimostra ancora una volta l'inadeguatezza di chi alla Fifa decide l'assegnazione del Pallone d'Oro; non tenere in considerazione un giocatore del genere è da vero idiota, più che da incompetente.
Attendo con ansia la partita con il Bayern; lo spettacolo non mancherà, ve lo assicuro.
Sull'Inter di Stramaccioni non vorrei esprimermi ulteriormente: i nerazzurri non fanno altro che confermare quanto avevo dichiarato nei post precedenti.
 Mi ha stupito il Palermo, ma non la Roma: mi aspettavo che dopo la "sparata" pubblicitaria dei rotocalchi sul ventennio di Totti in Serie A, accadesse il capitombolo. A Roma, spero che si sia capito, non si può vincere: o cambia la mentalità dell'ambiente o si può tranquillamente ed ingenuamene continuare a cambiare allenatore.


lunedì 4 marzo 2013

Fattore Campionato

L'ultimo periodo è stato molto interessante: il Milan ha vinto contro il Barça, la Juve sta controllando il campionato, il Napoli si riconferma una buona squadra (ma niente di più), le ripartenze della Roma e Samp e i disastri dell'Inter, della Lazio e del Parma.
Partendo dai rossoneri, c'è molta aria di ottimismo, sia in campionato che in coppa, ma c'è ancora tanto da aspettare e tantissime partite da giocare; spero che non mi deluda in Champions, il passaggio ai quarti è lì, vicinissimo. Consiglio una tattica stile Inter-Barça del 2010.
La Juve perde, vince e pareggia; eppure controlla il campionato senza problemi. Per ora ne risente lo spettacolo, ma i risultati non mancheranno. Conte e la squadra  e il gioco sono un trio non perfetto, ma quanto basta  per essere vincente in un campionato così mediocre.
Se lo stesso Mazzarri ammette che il suo Napoli conta solo su Cavani e Hasmsik, vuol dire che la squadra ha passato i suoi giorni migliori. Continuerò a ripeterlo fino all'esaurimento, ma la più grande idiozia che si possa fare è quella di prendersi i soldi per la partecipazione all' Europa League, uscire subito in modo indegnoso e pretendere ancora di vincere lo scudetto. Se questo è il "Progetto" del Napoli, adesso capisco molte cose.
La Roma e la Samp stanno cercando di compensare le lacune con l'entusiasmo e questo è un buon inizio, ma sempre e soltanto un inizio.
Riguardo alla vittoria dell' Inter sul Catania, sono i siciliani ad averla persa, non i nerazzurri a vincerla. I primi hanno semplicemente avuto paura di perdere, ma è normale.
L' Inter obiettivamente è una squadra che non si regge in piedi, con un allenatore che probabilmente farà la stessa fine dei suoi predecessori. Non è competente, si vede, ma spero vivamente di sbagliarmi.
Sui giornali naturalmente non si è dato peso alla squalifica dei laziali in Europa, ma se esiste una giustizia divina, spero che stavolta colpisca e continui a infierire sui biancocelesti con risultati negativi.
Il Parma deve soltanto ritrovare la calma necessaria per una salvezza tranquilla;

giovedì 14 febbraio 2013

Fattore Champions

Il lupi avevano azzannato la zebra, ma la zebra ha reagito. Celtic 0 Juventus 3.
Finalmente dopo diversi mesi ho visto una vera partita di calcio: attacco e difesa, botte e risposte, lanci e passaggi corti, sudore e fango. Puro calcio, puro sport.
Non voglio soffermarmi sulla partita, perchè chiunque l'abbia vista, sa che non c'è niente da aggiungere. La Juventus è tornata grande e ha dominato con un giocatore cresciuto in casa, Marchisio, e senza tanti top-player.
Invece la partita di ieri mi ha quasi totalmente deluso: il Manchester è una squadra vecchia e alla lunga perde smalto; il Real di Special ha solo il soprannome dell'allenatore: mai visto una squadra con così tanto potenziale con un gioco così penoso (per lo meno non venitemi a dire che la Liga è migliore della Serie A).
A differenza di tanti altri io non vedo alcuna certezza in questa Champions, neanche il Barça.
Vinca il migliore, come sempre.

domenica 10 febbraio 2013

Fattore Differenza

Ieri tra Lazio e Napoli non si è vista alcuna differenza; il risultato è più che giusto. Non si è visto un bel calcio, tanti palloni buttati a campanile, tante spazzate, tanti lanci in aanti, sempre con la sola speranza che da una parte Cavani, dall' altra Floccari (nelle altre partite Klose) riesca, chissà in che modo, a buttarla in rete.
E' da partite come queste, dove si preannuncia spettacolo, che si nota la obiettiva mediocrità della Serie A.
i alla Lazio che al Napoi mancano giocatori di assoluta qualità, con i piedi un pò più morbidi diun qualsiasi centrocampista o mediano; Mazzarri e Petkovic non possono sempre sperare che, dando la palla nella trequarti, sia responsabilità di Hamsik e Hernanes costruire le azioni pericolose;
Situazione completamente diversa per la Juve e la Fiorentina, che nonostante tutto non rinuncia al proprio calcio misto e a tratti anche divertente.
In un post di oggi di Vocatelli, viene sollevata la seguente questione: il trio Busquets-Xavi-Iniesta è davvero tanto superiore a quello Vidal-Pirlo-Marchisio? Io penso di no, anche se la differenza di competizioni vinte è abissale. L'unico modo obiettivo per rispondere a questa domanda è vederli schierati contro in Champions... non vedo l'ora.

venerdì 1 febbraio 2013

Fattore Calciomercato

Il Milan ha fatto il colpo della sessione invernale di calciomercato. L'acquisto di Balotelli darà certamente un maggiore peso e pericolosità all'attacco rossonero (o è servito alla campagna elettorale di Berlusconi?). Eppure io continuo a pensare che i problemi a centrocampo e sopratutto in difesa siano tutt'altro che risolti. Non penso che ciò possa cambiare con l'insermento in rosa di Zaccardo. Auguro ad Allegri di trovare una strategia di gioco che sopperisca la mancanza di centrocampisti con visione di gioco e di corsa, oltre che di muscoli.
Sulla sponda nerazzurra vedo un pò più di confusione: i vari Carrizo, Kovacic, Kuzmanovic riuscitranno subito ad integrarsi negli schemi? Se erano dei giocatori seguiti da tempo, perchè non prenderli subito?
Brava invece la Fiorentina: buoni acquisti Sissoko e Compper, mentre su G. Rossi mi permetto di avere qualche dubbio sul suo ritorno, che a detta di molti, dovrebbe essere fondamentale. Reputo perdita una grave perdita la cessione di Cassani, uno dei pochi veri terzini in Italia.
Mi ha sorpreso il Genoa, che sulla carta, tra cessioni e acquisti, dovrebbe aver guadagnato, e non poco.
Da chi invece sono rimasto deluso sono la Juventus e la Lazio. Sulla prima però ho una grande curiosità: sarà ancora utile Anelka o invece ha già sparato tutte le proprie cartucce? Sarei più propenso per la seconda, ma il calcio rimane sempre uno sport con tante sorprese. Sono un pò perplesso sulla grande quantità di attaccanti "in erba" a diposizione; non si potrebbero far debuttare proprio loro, anzichè continuare a crucciarsi per la bassa media realizzativa?
La Lazio è rimasta invece nel più completo anonimato; spero che il tempo le dia ragione.

domenica 27 gennaio 2013

Fattore Arbitraggio

Non sono uno che recrimina o condanna le scelte arbitrali, ma quando si tratta di atteggiamenti, mi permetto quantomeno di commentare.
Guida ha sbagliato (da una parte e dall'altra), Conte ha sbagliato, Marotta ha sbagliato e adesso mi rendo conto di aver sbagliato anch'io.
Su Guida c'è poco da dire; riterrei giusto fermarlo per qualche giornata.
Conte con i suoi comportamenti è un allenatore che fa tanto "prima pagina", ricorda vagamente un portoghese, adesso in Spagna. Si dia una calmata, lo Scudetto ce l'ha sempre in tasca.
Marotta si deve ricordare che è alla Juventus, certi tiri mancini e alcune polemiche non deve permettersele. Ho paura ad immaginare dove possa essere in questi casi lo "Stile Juve".
Ho sbagliato anch'io, che ritenevo fosse più idonea mettere arbitri in più rispetto a qualche giudice davanti ad un monitor. Chiedo venia.
I problemi (se proprio vogliamo chiamarli così) persistono, sopratutto in attacco. Però continuando a voler entrare in porta con la palla, piuttosto che tentare una conclusione ("staffilata", "botta" , "cartella", chiamatela come volete) da fuori area, mi sembra un pò troppo perseverante, per non dire altro.
Su Anelka preferirei scriverne su un altro post, ma lasciaremi dire che sono molto, molto curioso; in fin dei conti non può fare peggio di Boriello o Bendtner.

giovedì 17 gennaio 2013

Fattore Ridicolo

E' l'unica espressione che mi viene in mente: ancora una volta la giustizia sportiva ha colpito nel cuore della ridicolezza. Dopo i casi Conte (la qual pena è tutta da ridere), Bonucci, Pepe, Di Vaio e S. Masiello (che sono stati prosciolti), Torino (accusa sorta dal nulla) e Napoli (prosciolto insieme ai giocatori Cannavaro e Grava), non ho neanche voglia di commentare il sistema-cricca della giustizia sportiva (se è il calcio il nostro punto di riferimento, non lamentiamoci poi della situazione politica italiana).
Per questa volta preferirei lasciare "parlare" i dati (oggettivi, come piace ai procuratori).

VICENDA CALCIOSCOMMESSE- RIEPILOGO PENE/PROSCIOGLIMENTI
Primo filone-Cremona
L'Alessandria (che per il piazzamento sul campo aveva disputato i play-off) è stata retrocessa al 18º ed ultimo posto nel Girone A di Prima Divisione 2010-2011 ed è così retrocessa in Seconda Divisione. Tutte le squadre che sul campo erano giunte dietro ai piemontesi sono quindi avanzate di una posizione in classifica. In particolare il Monza (terzultimo e sconfitto nei play-out) ha ottenuto la salvezza al posto dell'Alessandria.
Al Ravenna non è stata inflitta alcuna sanzione relativa alla propria posizione nella classifica del Girone A di Prima Divisione 2010-2011 (nel quale, a causa di una precedente penalizzazione, aveva conquistato la salvezza solo ai play-out), ma ne è stata sancita direttamente l'esclusione dal torneo della stagione successiva e l'assegnazione (da parte del Consiglio Federale) ad un campionato inferiore. D'altra parte la società, in precedenza, si era già vista negare l'iscrizione ai campionati professionistici per inadempienze finanziarie, venendo iscritta in sovrannumero alla Serie D 2011-2012. Di fatto, quindi, la sentenza della Commissione Disciplinare sulle scommesse non ha prodotto ulteriori effetti per il club romagnolo (che infatti ha rinunciato al ricorso alla CGF).
Tutte le altre penalizzazioni in classifica sono state scontate nei campionati 2011-2012 in applicazione del principio di afflittività (anche se durante il procedimento di primo grado il Procuratore federale aveva richiesto per il Piacenza e l'Esperia Viareggio di applicare le penalizzazioni nel 2010-2011, richiesta non accolta proprio in base al suddetto principio). In Prima Divisione sono risultate decisive le penalizzazioni inflitte al Benevento (che ha mancato i playoff nel Girone A a vantaggio della Pro Vercelli, poi promossa in Serie B) ed al Piacenza (costretto ai playout nel Girone B e poi retrocesso), mentre la Cremonese è riuscita ugualmente a centrare i playoff nel Girone B ma in quinta posizione anziché in quarta.

Secondo filone-Cremona
Il procedimento di secondo grado si concluse il 6 luglio 2012 con l'emissione della sentenza presso la Corte di Giustizia Federale della FIGC. Tra tesserati e società che hanno fatto ricorso sono stati accolti 7 ricorsi su 46. In particolare l'unica società a vedersi annullata la penalizzazione è stata il Pescara, mentre tra i tesserati gli unici ad aver ricevuto uno sconto di pena sono stati Gianluca Nicco e Franco De Falco.

Terzo filone-Cremona e Bari
Il procedimento di primo grado si è concluso il 10 agosto 2012 con l'emissione della sentenza il giorno successivo. Complessivamente sono stati sanzionati 25 tesserati e 6 società, 7 i prosciolti (Leonardo Bonucci, Simone Pepe, Nicola Belmonte, Marco Di Vaio, Salvatore Masiello, Daniele Padelli e Giuseppe Vives) poiché il pentito che li aveva accusati, Andrea Masiello, non è stato ritenuto credibile.
Il procedimento di secondo grado si concluse il 22 agosto 2012 con l'emissione della sentenza presso la Corte di Giustizia Federale della FIGC. Tra tesserati e società che hanno fatto ricorso sono stati accolti 5 ricorsi su 30. In particolare l'unica società a vedersi annullata la retrocessione è stata il Grosseto, il Novara ha ottenuto 1 punto di sconto rispetto alla disciplinare, mentre tra i tesserati gli unici ad aver ricevuto uno sconto di pena sono stati Angelo Alessio e Piero Camilli. Antonio Conte, per quanto prosciolto in relazione alla partita Novara-Siena, si è visto rimodulare la pena per la partita Siena-Albinoleffe lasciando pertanto la squalifica invariata rispetto al primo grado

Quarto filone-Genova
Il quarto filone di indagini è quello relativo al quarto filone dell'inchiesta di Genova ed ha visto il coinvolgimento di Genoa, Sampdoria, Lazio e dei loro tesserati indagati Domenico Criscito, Dario Dainelli, Omar Milanetto, Rodrigo Palacio, Giuseppe Sculli, Kakhaber Kaladze e Stefano Mauri,
L'11 settembre 2012 il pm di Genova Mazzeo, data la mancanza di prove, chiede l'archivizione per Criscito, Milanetto, Dainelli e Palacio, indagati per la presunta combine per il derby con la Sampdoria dell'8 maggio 2011
Quinto filone-Napoli
Oltre a ridare i 2 punti al Napoli e annullare le squalifiche di Cannavaro e Grava, la Corte ha anche derubricato il reato di Gianello a slealtà sportiva, respinto il ricorso di Zamboni (condannato a un anno e sette mesi in primo grado) e ridotto da -2 a -1 la penalizzazione del Portogruaro, accogliendo parzialmente il ricorso della società.

Adesso continuerà la soap opera... spero di vedere in una puntata Palazzi, Abete e compagnia bella dimettersi... una mission impossible.

martedì 8 gennaio 2013

Fattore Capitomboli

L'ultimo turno, ci ha riservato delle belle sorprese: sconfitte Juventus, Inter e Fiorentina.
Come mi piace sempre ricordare il senso del calcio è che vinca il migliore, sempre. Ha vinto la Samp, confermata la regola.
La Juve è stata molle e quasi annoiata, con un livello di presuntuosità che non si vedeva dalla prima partita col Nordsjælland: a partire dalla formazione titolare, fino alle sostituzioni, passando per l'atteggiamento in campo. Non si può sempre portare il pallone in porta. Comunque sono sempre più che convinto che anche quest'annola Signora salirà sul tetto d' Italia.
L'Inter non è mai stata una squadra, forse un gruppo. Un gruppo che non ha una linea logica, a partire dalla difesa fino all'attacco. Penso che i nerazzurri stiano anche sbagliando la campagna acquisti: cosa serve Rocchi, quando hai Cassano, Palacio e Milito, un trio da quaranta goal? Perchè invece non prendere un difensore come si deve e un centrocampista con visione di gioco?
Stramaccioni sbaglia, quando difende i giocatori: meno parole, più fatti.
La sconfitta della Fiorentina, non ha cambiato un granchè: è naturale che una squadra appena costruita possa commettere qualche passo falso.

Per quanto riguarda i quattro Palloni d'Oro a Messi, rimango un pò perplesso; quest'anno era giusto assegnarglielo per tutti i goal, ma non bisognerebbe premiare anche qualche spagnolo (Iniesta e Xavi) dal momento che stanno dominando in tutto il globo??