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frase

"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

domenica 25 maggio 2014

Fattore Decima

Riprendendo la celebre frase di Cruijff, ieri sera ha vinto il migliore, quello con più storia, con più prestigio e, soprattutto, più budget. Hanno vinto i blancos per 4-1, risultato troppo largo per essere vero. Fino al novantaduesimo avrei dovuto scrivere che, anche senza tanti milioni, si può comunque vincere, che l'Atletico aveva "vendicato" e rivendicato lo stile affine del Borussia, che Davide aveva sconfitto Golia, e via dicendo.
Invece, nel giro di pochi minuti, di un calcio d'angolo mal gestito e di una prodezza di Di Maria, le sorti della storia e del mio favellare sono cambiate.
Il Real schiera una formazione, sì fatta di fenomeni, ma non al massimo della condizione. Formazione tremendamente offensiva, l'unica al mondo che può permettersi Di Maria come mezz'ala.
Come dicevo, è cambiata la storia: quella del Real, che conquista la "decima", dopo un miliardo e qualche centinaio di euro spesi, da Beckham a Bale, passando per Cristiano e Ronaldo; quella di Ancelotti, che entra nella leggenda, eguagliando il record di Bob Paisley, mica roba da poco; quella, infine, dell'immagine dell'allenatore italiano. Ancelotti si è dimostrato freddo ed offensivo, non sanguigno e catenacciaro. Ha tenuto la mente lucida fino all'ultimo secondo, altri, presi dalla tentazione, avrebbero schierato un altro attaccante. I cambi sono stati fondamentali, soprattutto quello di Coentrao.
Simeone ha ragione, questa volta non c'è alcuna lacrima da far scendere sulle guance, ognuno ha dato il massimo, ma non è bastato.
Non è stata la classica finale, è stato un derby, duro e talvolta confusionario. I merengues non sono usciti con la "camiseta" immacolata, ma sono usciti vincenti, per la decima volta.

sabato 24 maggio 2014

Fattore Fine Campionato

Ebbene, direi che è ora di tirare le fila di trentotto giornate di campionato. Innanzitutto, troppe volte hanno regnato sovrane la noia e la mediocrità. Tra la prima e l'ultima ci sono stati ben settantasette punti, un'enormità, uno sproposito. La Juventus, con il record di punti, non ha trovato sufficienti rivali. Solo la Roma, ultime partite a parte, è riuscita a gettare un pò di benzina sul fuoco, ad alimentare la passione degli spettatori.
Ecco di seguito un mio personale "spezzatino" riguardo alle prime posizioni, Beccantini me lo conceda:
  • Juventus: Pochi aggettivi per descrivere i 102 punti, ma tanto leonessa in Italia,  quanto gattina da salotto in Europa. Dalla neve di Instanbul, alla doccia fredda con il Benfica. La squadra manca ancora di alcune individualità vincenti; mancanze, che hanno permesso a Conte di dare l'ultimatum (poco signorile a mio avviso) alla società. Bisogna cambiare subito, prima di ritrovarsi come l'Inter post-triplete.
  • Roma: campionato sublime, avrebbe vinto lo scudetto in qualsiasi altro anno. Garcia sta dando il massimo, le sue origini multietniche lo avvantaggiano. Ha la mente molto aperta e perciò potrà sempre essere una mina vagante. Ottimo l'acquisto di Gervinho, incomprensibile quello di Bastos. Il calcio nostrano ha bisogno che le romane siano competitive; per ora, una basta.
  • Napoli: un lento, graduale spegnimento. E' mancato Hamsik, ci sono stati Callejon, buono, ma non un fenomeno, e Mertens, talentuoso, ma ancora un pò acerbo. Ci si è completamente affidati a Benitez, è arrivata una coppa (e te pareva). Il rinnovamento della rosa è appena arrivato a metà strada, ce n'è ancora molta da percorrere.
  • Fiorentina: vedova dei due (anche unici) attaccanti, ha dovuto reiventarsi, sotto la guida intraprendente di Montella. Il "falso nove", qui in Italia non (con)vince. C'è bisogno di uomini di peso, che sappiano tenere il pallone anche a forza di spallate. Hanno parzialmente sbagliato il mercato l'anno scorso, auguro a Pradè di non ripetersi.
  • Inter: vittima di sè stessa, ancora frastornata dal ciclone Stramaccioni. Comica la telenovela Guarin-Vucinic, con Thohir a fare la figura di Scajola. Mazzarri è diventata vittima del suo ego e delle sue scuse: se non sai incassare i colpi, non sai neanche tirarli. Rimane molto amaro in bocca.
  • Parma e Torino: bei campionati, da una parte i "veterani" Amauri e Cassano, dall'altra le scommesse-promesse Cerci e Immobile. Il suicidio granata all'ultima giornata ha fatto valere la qualificazione in Europa ai gialloblu, Uefa permettendo. Donadoni e Ventura stanno ancora una volta dimostrando che gli allenatori italiani, se accontentati e supportati dalle dirigenze, possono tirare fuori fiori da un mazzo di erbacce.
  • Milan: poco da dire, tanto da rifare. A partire dalla società, fino alla squadra. L'allenatore è l'ultima cosa a cui pensare. I rossoneri sono, per loro fortuna, fuori dall'Europa. Bisogna ripartire dalle piccole cose, come hanno fatto Juve e Roma poco tempo fa.
In un post (Fattore Pronostico) dissi la mia sul campionato che sarebbe venuto.
La mia classifica fu: Juve, Napoli, Inter, Roma, Milan, Fiorentina, Lazio
La classifica è stata: Juve, Roma, Napoli, Fiorentina, Inter, Parma
Ho azzeccato gli interpreti, toppato le squadre. Sarà per il prossimo anno.

domenica 11 maggio 2014

Fattore Cavalcata

Come le Valchirie di Wagner, anche le zebre torinesi continuano la loro inarrestabile cavalcata. Verso i cento (e passa) punti. I novantanove arrivano grazie al goal dell'ex, e mai rimpianto, Osvaldo, sul finire del novantaquattresimo minuto di gioco.
Continua la telenovela resto-nonresto di Conte; sostiene che il gruppo sia finito e vuole un risanamento. Giusto, ineccepibile: quei tredici, quattordici giocatori che ha avuto a disposizione in questi tre anni, sono umani, hanno bisogno di tirare il fiato. Ed è giusto rinforzare la squadra con innesti buoni, più che scommesse sul futuro. Ma sono rinforzi che costano, e non è proprio elegante un ultimatum del tipo "o fate come dico io o me ne vado". Ricorda un pò la classica scena del bambino che se ne torna a casa e si porta dietro anche il pallone. Nell'eventualità (improbabile secondo me) che Conte se ne vada, sarebbero pochi i sostituti all' altezza e allo stesso tempo "abbordabili". Nel caso, credo che si opterebbe per una soluzione interna o per un ex juventino.
Garcia ha fatto grande la Roma e il bello è che, a differenza del suo "collega", può ancora spremere i suoi e migliorare il gioco. Alla Roma, quest'anno, è capitata un'occasione più unica che rara, peccato che abbia incontrato una squadra superiore. Garcia credo che abbia le potenzialità per riconfermare quanto di buono fatto. Il francese ha capacità ben preziose, dovute, a parer mio, alla sua identità multietnica.
La cavalcata bianconera, in ogni caso, continua; bisogna capire se con lo stesso cavaliere.

domenica 4 maggio 2014

Fattore Vandali

Paolo Diacono, monaco e storico longobardo, commentò così il popolo Vandalo: "In quel tempo Ambri ed Assi, condottieri dei Vandali, incalzavano con la guerra tutte le province vicine. Imbaldanziti dalle molte vittorie, mandano ai Winili messaggeri: che paghino i tributi ai Vandali o si preparino a combattere."
Stiamo parlando dei primi anni dopo Cristo. Pare che la situazione non sia cambiata.
Non abbiamo più Ambri o Assi, oggi ci sono Genny 'a Carogna e, per citarne un altro come mille, Fabrizio Toffolo. E non credo che quest'ultimi siano più istruiti e meno volgari.
Toffolo, storico capo ultrà laziale degli Irriducibili, è salito agli onori di cronaca circa un anno fa, quando venne ferito all'inguine in via della Caffarelletta, Roma.
Da ieri è sicuramente diventato ben più noto il suo collega, tale Gennaro De Tommaso, figlio di Ciro, camorrista, e soprannominato " 'a Carogna". Che faccia rima con "vergogna" credo sia un puro caso...
In sostegno del suo amico, compagno di merende, e chissà, anche di delinquenza, ferito prima della partita, De Tommaso ha ben pensato di far ritardare la finale, chiamare a sè il capitano, Hamsik, e infine decidere di far proseguire la partita, dopo essersi accertato delle condizioni del suo compare. Naturalmente a' carogna è stato supportato dai "propri" uomini, che lanciavano petardi, bombe carte, bestemmie e fumogeni contro Vigili del fuoco e steward. Un bello spot per il calcio nostrano, senza contare la ricca partecipazione di Malagò, Renzi, De Laurentiis, Della Valle e decine di parlamentari.
Non stiamo parlando di tifosi, non di uomini, ma di delinquenti, bestie. Non hanno alcun partito, alcuna squadra da tifare. Non rappresentano lo sport, non sono "supportes". Hanno solo i loro primitivi istinti. Ma dettano legge, hanno il coltello affilato e dalla parte del manico.
Scrissi un post tempo fa (http://fattorecalcio.blogspot.it/2013/10/fattore-tifo.html) e non posso fare altro che ribadirlo a gran voce.
Confesso, non ho più guardato la partita, il Napoli non ha sconfitto Fiorentina, perché aveva giá perso il calcio italiano; non c'era più niente da guardare. Ho, però, pensato ai Vandali; immagino che, ieri sera, qualche loro spirito sia rabbrividito guardando la televisione.