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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

martedì 25 settembre 2012

Fattore Stadio

Povero Cagliari. Cosa avrà mai fatto per meritarsi un presidente come Cellino?
Ieri è stata confermata la vittoria a tavolino di 3-0 a favore della Roma. Il Prefetto sardo è stato chiaro: "Stadio non a norma". E c'è stata subito la pronta risposta del presidentissimo "Presenteremo ricorso"
Povero Cagliari.
Penso che ci siano alcune cose intollerabili nel calcio: il razzismo, l' assenza alla premiazione dell'avversario (e chi vuole intendere, intenda), la mancata partecipazione ad una partita e la sconfitta a tavolino.
Ci sono altre azioni molto più gravi, ma questi sono eventi deplorevoli da punto di vista sportivo e comportamentale.
Giudico vergognoso il fatto che una società non sia in grado di permettere la visione al pubblico della squadra beniamina. Giudico vergognoso la sfida e il ricorso lanciati (via Miami, naturalmente) da Cellino al Prefetto.
Ma al giorno d'oggi le cose di cui indegnarsi sono veramente troppe. Però è ora di fare pulizia e di rendere più trasparente il mondo del calcio. Ora basta.

Forse Pasolini si sbagliava ("Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro."): forse è meglio tornare a teatro. Almeno lì non c'è nessuno che ti prende per il naso.

giovedì 20 settembre 2012

Fattore Champions League

Quella di ieri sera, è stata una bellissima partita. Chelsea contro Juventus. Due metodi di gioco molto differenti, da una parte lo stile, dall'altra la grinta.
Ieri sera sono stati sfoggiati tutti i tocchi, errori, tagli, lanci e tiri, che un amante del calcio possa solo desiderare.
E' stata a dir poco eccellente la rimonta della Juve, prima con un azzoppato Vidal e poi con il jolly d'attacco Quagliarella (sul quale, spero sempre in una convocazione in Nazionale). Hanno risposto ad un gol-autogol ed a una magia di Oscar; ed è proprio qui che la Juve deve riflettere: hanno preso due gol molto particolari, di quelli che capitano ogni tanto e non su azione o errori difensivi. I bianconeri devono prendere coscienza delle proprie capacità. Possono, a mio parere, fronteggiare qualsiasi avversario,e di sicuro, non sfigureranno.

Tutt'altro discorso per il Milan. Forse sarò ripetitivo, ma questa squadra è senza riserve e senza schemi.
Allegri deve dimenticarsi di Ibrahimoviç; Pazzini non darà mai il suo contributo se non viene servito.
Rimango molto perplesso riguardo al centrocampo muscolare, che molto probabilmente è il più grande problema.
Allegri deve cambiare assetto subito. Se come alcuni "tabloid" italiani hanno scritto e dunque Udine sarà l'ultima spiaggia per il livornese, la vedo molto, molto grigia.

mercoledì 12 settembre 2012

Fattore Nazionale

In questo ultimo week-end abbiamo assistito alla prestazione dell'Italia contro la Bulgaria e Malta. Una prestazione, a mio avviso, davvero deludente. E' vero, settembre è storicamente un mese difficile, sia su piano fisico e tattico (molto a causa di diversa preparazione dei club). Eppure, nonostante tutte le attenuanti del caso, io vedo un po' di confusione. L'ordine delle posizioni in campo e la memorizzazione del modulo e delle tattiche, sono le due cose fondamentali a questo inizio di stagione.
Ho visto in queste due partite tanta dispersione inutile di energie. Ho visto un po' di "legnosità" nelle azioni.
Non voglio criticare né le scelte di Prandelli né le motivazioni dei giocatori, ma mi sento in dovere di smentire le affermazioni riguardo al fatto che la squadra sia in cerca di conferma e non di ricostruzione.
Perchè è oggettivamente cambiato molto sotto l'aspetto di convocazioni e moduli, ma non molto sotto l'aspetto delle prestazioni e del gioco. Ho notato con piacere l' inserimento di Pazzini (forte colpitore di testa) e di Destro (uno dei migliori talenti italiani) e di Cassani (un vero terzino), ma con scetticismo la "chiamata" di Peluso e Maggio. Non mi stupisce la non-conferma di Montolivo, riguardo al quale devo ancora capire cosa gli allenatori ci trovino di interessante, e di  Cassano, che non è adatto alla Nazionale, nonostante le qualità che potrebbe (sì, uso il condizionale) farci vedere, ma che evidentemente gli piace tenerle nascoste ed evitarle.
Non capisco il continuo cambio di modulo: prima 3-5-2, 4-4-2, 4-3-1-2, 4-3-3. E' giusto variare le possibili soluzione, in fondo abbiamo appena iniziato, ma vedo un pò di errori grossolani, come se i giocatori fossero stati buttati in mezzo al campo senza neanche conoscersi.
Concludo con la speranza che un giorno, vengano convocati De Ceglie, Antonini e Quagliarella.

lunedì 10 settembre 2012

Fattore Leggenda

Io, quale grande appassionato di sport, non potevo non commentare la partenza di una dei più grandi miti del calcio italiano: Alessandro Del Piero.
Dopo diciannove anni ha ufficialmente lasciato l'Italia per sbarcare nel Nuovo Mondo, l'Australia.
Pochi sono stati i giocatori italiani ad aver giocato in Oceania e sicuramente l'ex capitano della Juve ne è il personaggio più celebre, una vera icona.
Vorrei spendere poche parole ed esprimere il mio affetto sportivo verso questo grande campione, che nella sua lunga carriera ha vinto tutto (e probabilmente continuerà a farlo).
Ho visto tantissimi suoi goal, ho sentito tutti i paragoni sul suo conto, ho percepito tutte le esultanze dei tifosi, ho provato una forte emozione ad una sua rete, ad una sua magia, ad una sua pennellata "alla Pinturicchio", ad ogni goal "alla Del Piero". Passerà molto tempo per rivedere un giocatore esemplare come Del Piero.
Egli appartiene ad una razza in via d'estinzione: la Leggenda.
Questo titolo non viene affibbiato per un ricco palmarès o per le tante marcature, ma per ciò che ha significato per la propria squadra e per la propria città. Del Piero ha incarnato come meglio non avrebbe potuto il carattere e la forza di Torino e dei Torinesi. Dentro e fuori dal campo. A suon di giocate e di parole.
Si è preso il pesante numero 10 della Juve, che ha una tradizione di grandi giocatori, e l'ha portato sull'Olimpo del Calcio, verso l'apice di ogni sogno.
Vorrei lasciare da parte le polemiche o le malizie dell'ultima stagione e ricordare quel ragazzo, che anche dopo un gravissimo incidente, ha saputo rialzarsi e tornare a vincere.
Se ne andato da vincitore, come nel suo DNA e tutti gli amanti del calcio e dello sport se ne ricorderanno.

Grazie Leggenda.

lunedì 3 settembre 2012

Fattore Calcio Italiano

In questo blog ho accennato diverse volte al problema dell'impoverimento di gioco (oltre che di giocatori) del calcio italiano. Alla luce dei alcuni commenti di quotidiani sportivi, che puntanto il dito sulla crisi economica sulla mancanza di talenti assicurati, vorrei fare solo un breve commento.
E' vero, non sono arrivati campioni, (l'unico prelevato da una grande squadra è De Jong) ma penso che non sia soltanto una mancanza di denaro il problema, infatti è una mancanza grave di mentalità, che in Italia non si vede da parecchio tempo.
E il problema non parte solo dalle grandi squadre, in cui è carente il prestigio, il fascino ed il carisma ormai antichi (vedi i casi di  Berbatov con la Fiorentina e dei innumerevoli attaccanti con la Juve), ma anche delle squadre di media e bassa classifica.
Partendo dalle prime, emerge che in Europa League (ex Coppa Uefa), l'Italia è sparita. Dopo un lungo dominio del tricolore negli anni '90, in cui anno dilagato Juve, Inter e Parma e le finali perse da Roma, Torino, Fiorentina e Lazio, negli anni Duemila il vuoto completo.
Sono riuscite a vincere squadre spagnole, portoghesi, russe e perfino una ucraina. Questo perchè?
Il motivo non è che il campionato italiano sia inferiore o la crisi economica ci abbia colpito (e continui) per un decennio, ma semplicemente il fatto che le nostre società se ne freghino altamente. Si dà addirittura più importanza alla Coppa Italia (il cui valore, oltre il nome non va). Si preferisce uscire subito dalla competizione, fare un campionato mediocre e beccarsi i soldi di partecipazione per la campagna acquisti del prossimo anno. Un ragionamento contorto e idiota, che però persiste. Idiota, perchè poi ci si lamenta delle cattive prestazioni in Champions. E in un passato recente non mi riferisco all'Udinese, ma al Napoli, che deve ancora capire come ha fatto lo scorso anno ad uscire con un Chelsea modesto, oltretutto forte di un 3-1 dell'andata. Naturalmente questa prestazione è stata santificata dai media.
Se andiamo un pò più indietro troviamo anche la Juve di Delneri che ha preferito pareggiare sei partite, uscire e cercare di prendere qualche punto in campionato (a proposito, non ci è riuscito).
Ci si lamenta della poca esperienza dei giovani, che di conseguenza non trovano spazio, ma se non si fanno giocare proprio in quelle due-tre partite, come possono  essere pronti per un campionato di 38?

Altro discorso deve essere fatto per le squadre che lottano per la salvezza. Vorrei ricordare il Catania di Montella, che lo scorso anno è partito con l'obiettivo della salvezza tranquilla ed è arrivato persino a gareggiare per un posto in Europa. La prima domanda è quella esatta "con quale strategia d'attacco giocava il Catania?"
E' il metodo di gioco migliore per una squadra di bassa classifica, quello d'attacco. Senza subire troppi goal, certo. Era una squadra che giocava a testa alta, con rispetto di tutti e paura di nessuno, tantè che ha affondato indifferentemente grandi, medie e piccole squadre. E quest'anno sta continuando, anche cambiando allenatore, senza fare una grande campagna acquisti.
E' un'idea di gioco che dovrebbero adottare tutte le squadre della salvezza, perchè non serve a niente rintanarsi in difesa, aspettare che la bufera passi e ripartire in contropiede.
Questo centra moltissimo con il discorso precedent, perchè il calcio italiano ha bisogno di terzini di spinta, attaccanti d'area, registi difensivi che facciano ripartire subito l'azione; tutti tipi di giocatori che possano interessare ed essere venduti alle squadre più forti, arricchendo di conseguenza il proprio budget.

Come potete vedere sono discorsi semplici (forse troppo, direte voi), perchè così è il calcio, senza tanti discorsi e frasi-già-fatte del tipo "squadra difensiva, perchè provinciale" o "squadra sopresa perchè ammazza-grandi".
Bisogna soltanto ragionare e giocare a testa alta.