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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

lunedì 3 settembre 2012

Fattore Calcio Italiano

In questo blog ho accennato diverse volte al problema dell'impoverimento di gioco (oltre che di giocatori) del calcio italiano. Alla luce dei alcuni commenti di quotidiani sportivi, che puntanto il dito sulla crisi economica sulla mancanza di talenti assicurati, vorrei fare solo un breve commento.
E' vero, non sono arrivati campioni, (l'unico prelevato da una grande squadra è De Jong) ma penso che non sia soltanto una mancanza di denaro il problema, infatti è una mancanza grave di mentalità, che in Italia non si vede da parecchio tempo.
E il problema non parte solo dalle grandi squadre, in cui è carente il prestigio, il fascino ed il carisma ormai antichi (vedi i casi di  Berbatov con la Fiorentina e dei innumerevoli attaccanti con la Juve), ma anche delle squadre di media e bassa classifica.
Partendo dalle prime, emerge che in Europa League (ex Coppa Uefa), l'Italia è sparita. Dopo un lungo dominio del tricolore negli anni '90, in cui anno dilagato Juve, Inter e Parma e le finali perse da Roma, Torino, Fiorentina e Lazio, negli anni Duemila il vuoto completo.
Sono riuscite a vincere squadre spagnole, portoghesi, russe e perfino una ucraina. Questo perchè?
Il motivo non è che il campionato italiano sia inferiore o la crisi economica ci abbia colpito (e continui) per un decennio, ma semplicemente il fatto che le nostre società se ne freghino altamente. Si dà addirittura più importanza alla Coppa Italia (il cui valore, oltre il nome non va). Si preferisce uscire subito dalla competizione, fare un campionato mediocre e beccarsi i soldi di partecipazione per la campagna acquisti del prossimo anno. Un ragionamento contorto e idiota, che però persiste. Idiota, perchè poi ci si lamenta delle cattive prestazioni in Champions. E in un passato recente non mi riferisco all'Udinese, ma al Napoli, che deve ancora capire come ha fatto lo scorso anno ad uscire con un Chelsea modesto, oltretutto forte di un 3-1 dell'andata. Naturalmente questa prestazione è stata santificata dai media.
Se andiamo un pò più indietro troviamo anche la Juve di Delneri che ha preferito pareggiare sei partite, uscire e cercare di prendere qualche punto in campionato (a proposito, non ci è riuscito).
Ci si lamenta della poca esperienza dei giovani, che di conseguenza non trovano spazio, ma se non si fanno giocare proprio in quelle due-tre partite, come possono  essere pronti per un campionato di 38?

Altro discorso deve essere fatto per le squadre che lottano per la salvezza. Vorrei ricordare il Catania di Montella, che lo scorso anno è partito con l'obiettivo della salvezza tranquilla ed è arrivato persino a gareggiare per un posto in Europa. La prima domanda è quella esatta "con quale strategia d'attacco giocava il Catania?"
E' il metodo di gioco migliore per una squadra di bassa classifica, quello d'attacco. Senza subire troppi goal, certo. Era una squadra che giocava a testa alta, con rispetto di tutti e paura di nessuno, tantè che ha affondato indifferentemente grandi, medie e piccole squadre. E quest'anno sta continuando, anche cambiando allenatore, senza fare una grande campagna acquisti.
E' un'idea di gioco che dovrebbero adottare tutte le squadre della salvezza, perchè non serve a niente rintanarsi in difesa, aspettare che la bufera passi e ripartire in contropiede.
Questo centra moltissimo con il discorso precedent, perchè il calcio italiano ha bisogno di terzini di spinta, attaccanti d'area, registi difensivi che facciano ripartire subito l'azione; tutti tipi di giocatori che possano interessare ed essere venduti alle squadre più forti, arricchendo di conseguenza il proprio budget.

Come potete vedere sono discorsi semplici (forse troppo, direte voi), perchè così è il calcio, senza tanti discorsi e frasi-già-fatte del tipo "squadra difensiva, perchè provinciale" o "squadra sopresa perchè ammazza-grandi".
Bisogna soltanto ragionare e giocare a testa alta.

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