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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

sabato 15 marzo 2014

#Consiglio

Apro una piccola parentesi per segnalare un nuovo progetto, particolarmente interessante, sul punto di vista tattico. Ecco di seguito un breve comunicato:

E’ imminente l' uscita dell’esclusivo progetto editoriale intitolato “ Studiare gli avversari… e se stessi” in prevendita a prezzo scontato e in vendita dal 20 marzo all’interno del portale per allenatori di calcio allenatore.net
Analizzare la performance in partita, studiare gli avversari e la propria squadra attraverso la match analysis è oggi una competenza fondamentale sia in ambito professionistico che dilettantistico.
Sono ormai molteplici gli strumenti ad alto contenuto tecnologico a disposizione di questo tipo di analisi, alcuni dei quali a costo limitato o addirittura gratuiti.

Claudio Damiani già collaboratore de “Il Nuovo Calcio”, Sics e di aziende informatiche produttrici di software per allenatori, ha realizzato una guida estremamente dettagliata che evidenzia gli strumenti ed i benefici che l'utilizzo della match analysis porta nella programmazione degli allenamenti.

Un lavoro accurato utile sia all'analista del club professionista ma anche al tecnico che opera in maniera professionale con i dilettanti o nel settore giovanile.

Nel calcio professionistico il tecnico è sempre più spesso affiancato da figure professionali che svolgono mansioni specifiche all'interno dello staff.
Una di queste è l'analista tattico che, attraverso la rilevazione di specifici parametri, collettivi ed individuali, elabora una serie di report che vengono forniti al tecnico per consentirgli di valutare in maniera oggettiva sia le caratteristiche dell’avversario da affrontare che la prestazione della propria squadra

L'utilizzo della match analysis avviene però anche nel calcio dilettantistico e di settore giovanile.

In questo ambito sono gli allenatori giovani ed emergenti che, amando lavorare sui dettagli, apprezzano e sono in grado di utilizzare nel migliore dei modi le nuove strumentazioni a supporto del tecnico.

L’attenzione in questi casi è principalmente rivolta alla propria squadra e la match analysis aiuta l'allenatore a verificare gli aspetti che devono essere perfezionati.

Ma qual'è la funzione complessiva della match analysis? Quali benefici possiamo avere dall'utilizzo di apparecchiature professionali per la valutazione di singoli e squadra? Quali sono i parametri da considerare con più attenzione durante l'analisi? Quali sono i software disponibili sul mercato e che caratteristiche possiedono?

Claudio Damiani, grande esperto in materia, espone una analisi dettagliata ed approfondita della match analysis, fornendo i criteri, linee guida e modalità operative per coloro che vogliono approfondire l’argomento.

Cordiali saluti

Claudio Damiani
damiani@mistermanager.it

mercoledì 12 marzo 2014

Fattore Passo in Avanti

Il Milan affonda contro l' Atletico Madrid di Diego Costa e Simeone. La decima della Serie A contro la seconda della Liga.
Qui finisce un ciclo di una squadra, di cui Allegri è stato il traghettatore (più Schettino che Caronte) e di cui Seedorf dovrebbe essere il rifondatore. Scrissi poco tempo fa che quella intrapresa dall' olandese fosse la strada giusta. Continuo a rimanere dell'idea che bisogna dargli fiducia, ma non solo sul campo. Il Milan gli ha affidato la panchina, che gli lascino anche carta bianca sul mercato.
I rossoneri non sono altro che una delle facce del nostro campionato. Una squadra stanca, piena di problemi e di stranieri. Stanca perchè no ha più motivazioni, problemi dovuti alla mancanza di campioni o fuoriclasse (l'unico è un ex campione, Kakà) e con solo due o tre italiani titolari. Siamo sicuri che un ragazzo della Primavera non sia meglio di Emanuelson, Robinho o del neo-acquisto Essien?
Poi, credo che mai come in questi ultimi due, tre anni si sia sentita la mancanza di registi, fantasisti e ali nella Serie A. Non ci sono giocatori che sappiano impostare il gioco, che sappiano inventarlo, o che sappiano velocizzarlo. Questo è il vero problema del calcio italiano. E ciò va aldilà degli investimenti stranieri, delle compartecipazioni o dei bilanci. In Italia non si investe più in sè stessi.
Ne è la conferma il fatto che l' Atletico, che ha schiacciato il Milan, storico nostro rappresentante europeo, si faccia i giocatori in casa, seppur certo, con qualche spesa "extra" (vedi Falcao comprato per 40, venduto però per 60). Altri esempi sono il Borussia Dortmund di Klopp o l' Arsenal di Wenger.
In Italia, a differenza degli altri Paesi, si è persa la concezione di scuola calcio. Non vi sono più insegnanti, maestri (vedi il post su Viciani). Ci sono tanti centri sportivi e pochi che sappiano insegnare. Ad un bambino di dieci anni si preferisce inculcare la tattica piuttosto che la tecnica, la fisicità piuttosto che lo spirito di squadra. E la scomparsa dei giocatori di qualità, del numero 10, ne sono la conseguenza.
Non è un caso che la Juventus, che possiede il regista, Pirlo, e il fantasista, Tevez, stia dilagando.
Dove ripartire? Sembrerebbe drastica la scelta di abbassare il numero di stranieri, ma in questo momento, credo che sia l'unica necessaria. O perlomeno si potrebbe applicare ai settori giovanili.
Sicuramente un grande passo in avanti si farebbe con l'abolizione dell'assurdo e inutile campionato Primavera, una invenzione tutta nostra. I sistemi inglesi e spagnoli sono i modelli da copiare.
Un altro sogno è quello della diminuzione delle squadre participanti alla Serie A a 18 squadre, un numero più che sufficiente. Ma sogno è, e sogno, ahimè, rimarrà.
Non si tratta nè di una rivoluzione, nè di una riforma, ma semplicemente di un passo in avanti verso l' Europa, di club e di nazionale.

giovedì 6 marzo 2014

Fattore Convocazioni

Sono finite le amichevoli per l' Italia; permettetemi di non considerarla tale quella del 5 Giugno con il Lussemburgo. Servirà più per fare l'appello. Non voglio commentare la partita ma pormi questa domanda: chi ci sarà a questo appello?
Dietro, vedo diversi nomi, ma credo che alla fine saranno Buffon, Sirigu e Perin a difendere la porta. Mi piacerebbe vedere Mirante, uno che sta giocando da diversi anni a discreti livelli. In difesa penso sia indiscutibile la presenza del trio bianconero, più Ogbonna. Ieri è stato sperimentato Paletta, finalmente. Ha dato più sicurezza sicuramente rispetto ad Astori e Ranocchia. I terzini sono il nostro punto più debole, per non dire fatale. Maggio sta ancora una volta dimostrando dei limiti, che alla sua età ed esperienza, sono un grosso, grosso campanello d' allarme. Anche a sinistra non vi sono fiori. Solo una grande prestazione di De Sciglio potrebbe cambiare le carte in tavola.
A centrocampo i sicuri sono Marchisio, Pirlo e De Rossi.  Credo che anche il pupillo Montolivo abbia un piede sull'aereo (nonostante non si sia vista una prestazione decente, aggiungerei). Gli altri papabili sono Thiago Motta, Verratti, Florenzi e Candreva.
In attacco gli unici sicuri sono Balotelli e Cerci (che con una grande prestazione in Brasil potrebbe mettere la ciliegin sulla torta). Gli altri sono Insigne, Osvaldo, Gilardino e Destro.
Personalmente, mi parrebbero piuttosto inspiegabili eventuali non convocazioni di Mirante, Parolo, Pazzini e Immobile. Sarei anche curioso di vedere all'opera Jorginho, ma credo che il suo treno sia ormai passato.

Vorrei fare un breve commento sul cosiddetto "Codice Etico", che mi sa tanto di Santa Inquisizione. Non vedo molto la sua utilità sotto diversi aspetti. Prendiamo il caso De Rossi. E' stato squalificato tre giornate per aver rifilato un pugno ad Icardi, e perciò non convocato da Prandelli. Decisione che può essere più o meno condivisibile.  Mi chiedo, però, se è necessario che un giocatore della sua esperienza (in prima squadra dal 2001 e Campione del Mondo '06), debba essere escluso. Mi chiedo se è necessario che il commissario tecnico svolga la funzione di giudice "moralista", in aggiunta a quello sportivo.
Voce dal fondo "Non importa la sua esperienza o il suo cognome, eppoi non è la prima volta che si rende partecipe di atti violenti". Vero, tutto corretto, ma allora se De Rossi commettesse lo stesso fallo l'ultima giornata di campionato, non verrebbe convocato? Davvero Prandelli deciderebbe di lasciare a casa uno dei suoi pezzi pregiati? E se si trattasse di Balotelli o Pirlo?
Perchè, prendendo un altro esempio, Criscito, a differenza di Bonucci, venne escluso dalla comitiva europea due anni or sono?
Ecco le mie domande, confido in qualche risposta, presto o tardi.

lunedì 3 marzo 2014

Fattore Dispotismo

E' stata una Juve dispotica. Ha fatto sfogare un Milan che non si vedeva da anni e, tra un episodio e l'altro, ha portato a casa i tre punti. Il Milan ha fatto la partita che doveva, solo per un tempo, però. Pressing alto e marcature quasi ad uomo; ottima scelta quella di Poli su Pirlo. Taarabt e Pazzini hanno messo in difficoltà la difesa bianconera a suon di dribbling e colpi di testa, ma la benzina è finita quasi subito. L'uscita di Poli, con l'ingresso di Saponara ha poi permesso ai torinesi un finale in discesa.
Dopo l' Atletico e ieri sera, Seedorf è sulla strada giusta, anche se vi sono da perfezionare alcune cose. Come la gestione delle forze, non è un caso che abbiano subito goal due volte su due al 45esimo. Ma ripeto, si è sulla buona strada.
La Juventus ha una struttura ormai così consolidata, che bastano anche gli episodi del fuoriclasse Tevez e del buon Llorente. Una coppia che sta raggiungendo le statistiche del suo Trezeguet-Del Piero, non roba da poco.
Guardando quelle sotto di undici punti e oltre, non vi è molto da dire. La Roma ha impattato contro l'Inter in una partita piuttosto noiosa e senza sussulti. Nessuna conferma, nessuna disdetta. Stesso discorso per il Napoli, a cui non resta che puntare al terzo posto (a meno di capitomboli capitolini) e alla coppa, competizione in cui Benitez ha molto da insegnare.
La Fiorentina sta svanendo proprio sotto la propria qualità. Il poco fisico davanti e in mezzo sta diventando un limite, non un pregio. E' un squadra leggera, che sì, può giocare un gioco piacevole e frivolo, ma può anche essere spazzata via al primo colpo di vento.
Il despota bianconero allunga. Siamo giunti al capolinea?