Segui anche su:

frase

"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

giovedì 24 ottobre 2013

Fattore Miglioramento

Parto dal Milan. Buona prestazione della squadra, con qualche limpida trama di gioco. Appena sufficiente per non lasciare vita facile al Barça. Partita dalle poche emozioni, ma con la nota positiva di Kakà. Non è più quello dei tempi che furono, ma può essere di grande esempio per i suoi compagni. Spero soltanto che il Milan non decida di aggraparsi a lui come ha fatto con El Shaarawy prima e con Balotelli poi.
La Juventus invece si è ripresa piuttosto bene dopo la batosta fiorentina. Buonissimo gioco, qualche problema a livello fisico; l'esatto contrario del Real. Se Conte deve lavorare di più sui singoli, Ancelotti deve prestare più attenzione al sistema di gioco. Il reggiolese ha obiettivamente più margine di miglioramento da sfruttare. Sulla partita di ieri si sono già scatenate le critiche; è vero, l'espulsione non c'era e la partita era rimasta equilibrata in 11 contro 11, ma questa è la Champions, prendere o lasciare.
L'unica cosa che mi auguro è di non vedere più le scene da centro estetico, con l'intenzione di deridere l'avversario. L'arroganza ha premiato poche volte nel calcio.

lunedì 21 ottobre 2013

Fattore Fuorilegge

"Perché la gente ama il calcio? Perché non ha nessuna verità, nessuna legge."
E' una delle migliori frasi per riassumere in modo coinciso e preciso il Calcio. L'ha pronunciata Michel Le Roi Platini. E' la prima frase che mi è venuta in mente guardando Fiorentina-Juventus, una delle partite più fuorilegge degli ultimi anni (per me il record appartiene ancora a Liverpool-Milan).
Da 0-2 a 4-2, un saliscendi di emozioni e colpi di scena, dall'intervento grossolano di Cuadrado ai buchi della difesa bianconera. Un grande Rossi e una piccola zebra.
Questa sconfitta, paradossalmente, è servita a entrambi. La Fiorentina ha capito che se vuole, (quasi sempre) può. E che gli infortuni, cosa che vale per tutti, non sono un alibi.
La Juventus, invece, ha capito che la falla nella nave è ben più grossa di quanto si pensasse. E' un problema più di testa, che di gambe. Questa terza versione della Juve di Conte, è sì più matura, ma troppo poco timorosa. Altre volte, con la paura della rimonta avversaria, avrebbe addormentato la partita; è un errore che non deve preoccupare, ma riflettere. Mercoledì c'è Madrid, ma non tutto è perduto. Se ritrova quella paura, non si può sapere cosa accadrà.

Il Napoli e l'Inter con questa giornata, hanno dimostrato che in fondo non sono così diverse; hanno cambiato tanto, forse troppo; non solo rosa, ma anche allenatori e sistemi di gioco. Cosa che invece non è successa nella Roma: Garcia fa giocare i suoi uomini nei loro ruoli naturali, senza adattare alcuno.
Sia Napoli che Inter devono crescere e non ho dubbi che lo faranno. La squadra meridionale però, a livello tecnico, ha qualcosa in più.

mercoledì 16 ottobre 2013

Fattore Chiarezza

Nella Nazionale di Cesare Prandelli, c'è obiettivamente poca chiarezza: dal modulo al gioco, dalla rosa alla panchina, un potpourri di indecisione. E un velo, neanche tanto sottile di confusione.
E' stato, fino all'esaurimento, esaltato lo (stra)ordinario risultato della qualificazione con largo anticipo, ma bisogna anche notare con altrettanta attenzione, l'accesso non come testa di serie. Due partite, quelle con la Danimarca e con Armenia, che hanno evidenziato diverse lacune, difensive su tutte. La soluzione non è additare i portieri: Buffon o Marchetti non cambia la sostanza: tanti, troppi errori difensivi, una caratteristica atipica per la Nazionale Italiana. L'uso massiccio delle riserve non è una scusa, anzi, contro queste due formazioni si deve vincere con le seconde linee, altrimenti, cosa ci aspettiamo, di portare in Brasile solo undici giocatori?
La difesa che sia a tre o a quattro, non può permettersi le assenze di Barzagli, Bonucci o Chiellini. Balzaretti è un terzino senza qualità, Maggio è troppo altalenante nelle prestazioni. Il centrocampo deve essere di qualità e continuità, di conseguenza, continuo testardamente a non capire la presenza di Montolivo.
Mi fa piacere sentire la suggestione-Totti, ma vi prego, rimanga tale. Per quanto possa essere utile un giocatore di esperienza e di straordinarie capacità tecniche, non vedo come possa essere utile in una squadra così complicata... è com aggiungere pepe ad un piatto troppo salato.
Speravo e continuo a sperare che Prandelli nelle prossime amichevoli, smetta di progettare e sperimentare, ma dia inzio ai lavori, a partire dalle fondamenta (difesa), trovando, così, un pò di chiarezza.

giovedì 10 ottobre 2013

Fattore Tifo

Il tifoso, il sostenitore, il (come orribilmente si dice) dodicesimo uomo in campo. Un personaggio senza età, il migliore è quello che dalla nascita alla morte, non cambia maglia, idea o voglia, che all'estero ricopre, nel suo piccolo, il ruolo di ambasciatore. Uomini come questi ne troverete a centinaia, a migliaia in tutta Europa, dall' Inghilterra fino alla Spagna.
Il "tifoso", il violento, colui che la domenica mattina, per sfogarsi delle insoddisfazioni della propria vita, si alza, si guarda allo specchio e non vede l'ora di andare allo stadio per insultare, infamare, colpire e minacciare l'avversario, di qualunque squadra faccia parte; che sia dirigente, allenatore, calciatore o tifoso, non importa: è un nemico, nient'altro. Uomini come questi ne troverete a centinaia, a migliaia in tutta Italia, dal montuoso Piemonte alla marittima Sicilia.
Oh sì, Capello aveva ragione, eccome, quando dichiarava che il Calcio Italiano, è in mano agli ultrà. Siamo l'unico paese ad essere in mano ad una banda di violenti. Noi e la Bulgaria (http://video.repubblica.it/sport/bulgaria-tifosi-del-levski-cacciano-il-nuovo-allenatore/142287/140823). Grazie tante.
Poi è inutile che ci riempiamo la bocca, con frasi del tipo "C'è da colmare il gap con l' Europa". E' questa nostra condizione da bulgari (con tutto il rispetto) che dobbiamo cambiare.
E se penso ai provvedimenti degli organi (questa volta, ahiloro) competenti, mi viene da ridere. "La discriminazione territoriale è una cosa tutta italiana" Platini dixit. E' una cosa che non sta nè in cielo, nè in terra. Penso che anche negli anni '50 e '60, sarebbe scappata qualche pernacchia. Vi prego un minimo di serietà.
Le cure? Più stadi di proprietà, celle negli stadi, vietato l'uso di fumogeni o striscioni, basta barriere o divisioni da bestie in gabbia. Condanne di minimo 7 anni. Chiusure degli stadi per ogni insulto razziale.
Perchè noi siamo tanto diversi dal resto d'Europa? Perchè là l'unica cosa che conta è il sostegno dei propri beniamini, qua, l'unica cosa che conta è demolire, verbalmente e non, l'avversario. Pardon, nemico.