Una decisa Italia batte un ostico (e ti pareva) Messico. Un 2-1 un pò stretto, ma necessario per non farci prendere dall'onda dell'entusiasmo. C'è ancora molto da fare; se avessimo incontrato subito il Brasile, probabilmente staremmo ragionando su una sonora sconfitta. Finalmente Prandelli ha messo in campo una squadra motivata con un modulo quasi giusto. E' la strada che dobbiamo percorrere.
Critiche? Poche, ma che bisogna dire: fuori Montolivo e dentro uno tra El Shaarawy e Diamanti, con Marchisio mezz'ala. Altrimenti meglio ancora passare al 4-2-3-1 con Pirlo e De Rossi mediani e con Marchisio, Giaccherini (o Diamanti) e Aquilani dietro al solo Balotelli.
Dietro la situazione è ancora più complicata: rinunciare a Bonucci porta diversi rischi, sopratutto in fase d'impostazione, però è difficile lasciare in panchina uno con la gamba e il fiato di De Sciglio.
Plausi? Diversi, a partire da Pirlo fino a Balotelli, passando per Giaccherini.
E su Balotelli mi soffermo per un breve commento e consiglio: è quell'applauso del Maracanà, il tempio del calcio, è quel goal decisivo, da vero centravanti, è quella gioia dei milioni di tifosi italiani che trasformano un giocatore talentuoso in un mito e poi in leggenda, non le prime pagine della cronaca rosa o i commenti della tv-spazzatura. Ricordatelo.
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