Segui anche su:

frase

"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

venerdì 26 luglio 2013

Mitiche Coppie #1: Del Piero-Trezeguet

Alessandro Del Piero nasce a Conegliano nel '74, ruolo attaccante.
Estate '93; Del Piero ha diciannove anni e viene segnalato dai dirigenti del Padova ai piani alti della dirigenza bianconera, a Giampiero Boniperti in persona. Viene subito tenuto d'occhio da un'altra vecchia stella della squadra torinese: Franco Causio, il Barone del Sud. Il ragazzo ha talento, dicono. E difficilmente Boniperti si fa scappare un virtuoso del pallone. Brucia le dirette concorrenti, compreso il Milan, pagando un cifra, che ha detta di molti, è esagerata. Nessuno della Signora avrà mai alcun rimorso.
Ma nello spogliatoio, nella formazione, ci sono delle gerarchie da rispettare (una buona dose di "nonnismo", come ha recentemente affermato Zinedine Zidane). Il ragazzo di Conegliano parte subito dietro al Pallone d' Oro Roberto Baggio ed a Gianluca Vialli, mica due qualsiasi. Ma Del Piero non ci mette molto per scalare le gerarchie: goal alla seconda partita ufficiale e poi un altro, ancora più spettacolare, con la Fiorentina.
Conquista subito la Nazionale maggiore di Arrigo Sacchi e poi quella di Maldini e di Zoff.
Anno 1998. Modiali in Francia. Del Piero viene convocato dopo diversi anni giocati da protagonista (e da vincente) con la maglia bianconera, coronati con la conquista della Champions League. Non parte, però, subito titolare a causa di qualche infortunio, che ne ha compromesso la forma fisica.
L'Italia esce ai quarti con la Francia, poi vincitrice del torneo. Con questa sconfitta arrivano anche le prime critiche. Ma poco importa: continua la sua scia di successi in Italia e nel 2000, anno degli Europei, Zoff decide addirittura di dargli la maglia numero dieci, la maglia dei campioni.
Il soprannome? Pinturicchio, attribuito dall' Avvocato in persona. Un soprannome azzeccatissimo, vedendo le traiettorie delle sue punizioni o dei goal-alla-Del Piero (parte largo a sinistra, si accentra con l'estreno destro e disegna una parabola perfetta sull'incrocio più lontano: nulla da fare per qualsiasi portiere).
Gli Azzurri vengono però di nuovo sconfitti dalla Francia, questa volta in finale. Ed è in questo torneo che salta agli occhi dei più importanti club d'Europa una coppia di giovani attaccanti. Tutti ne parlano un gran bene. Veloce e tecnico il primo, istintivo e con il vizio del goal il secondo. Sono Thierry Henry e David Trezeguet. La Triade (Moggi-Giraudo-Bettega) ci fa un pensiero; vengono convinti da Platini, che parla un gran bene sopratutto di Trezeguet ("è uno che fa i goal"). E con la benedizione del Roi, entrambi vengono subito acquistati dalla Vecchia Signora. Qui nascerà una delle coppie più belle e prolifiche della Serie A.
David Trezeguet nasce a Rouen nel '77, ruolo attaccante.
La sua prima squadra, il Monaco, l'ho ricorda sopratutto per la media partite-goal impressionante. Un vero centravanti, vecchio stile, grandi capacità coordinative e un particolare astio nel pressare e ritornare indietro.
Caratteristiche che lo consacreranno ben presto tra la tifoseria bianconera.
Soprannome? Trezegol, anche questa volta più che azzeccato.
Del PieroTrezeguet-TrezeguetDel Piero. Classe e istinto, uniti da quella stoffa di vincente, a cui pochi è dato il privilegio di indossare. Una stoffa che a loro calza a pennello.
Caratteristiche molto diverse, come il modo di approcciare la partita. Del Piero macina chilometri, spazia da una parte all'altra dell'attacco, ritorna se può. Trezeguet, tocca un numero bassissimo di palloni, tanto che talvolta capita di dimenticarsi della sua presenza. Eppure in quei cinque o sei palloni che tocca, c'è quasi sicuramente uno che finisce in rete, spesso e volentieri in piena zona Cesarini. Un modo di stare in campo che talvolta genera fastidi o problemi, come quelli avuti con Claudio Ranieri. Ma il francese è fatto così, prendere o lasciare.
Ma è proprio questa diversità che li rende così complementari, così unici.
Si incontrano, ancora una volta da avversari nella finale di Berlino '06. E destino vuole che sia proprio il numero 17 juventino a regalarci il quarto trofeo, lo stesso giocatore che ci aveva condannato nel '98.
Del Piero e Trezeguet dividono le pagine più belle ed importanti della loro carriera, compresa la scelta di affondare negli abissi della Serie B; una scelta che non hanno mai rinnegato, una scelta chei tifosi juventuni ricorderanno per sempre. Condividono anche un rapporto non facile con la dirigenza e uno di profondo amore con la tifoseria.
L'azione più bella? Quella di Milan Juventus 2005
Ci vorrebbero ore per descrivere la bellezza di quel gesto, o meglio di quelle gesta. Zittire uno stadio come San Siro è una cosa che pochi sanno fare.



Il loro destino si è già incrociato diverse volte... chissà magari un giorni si ritroveranno uno nelle vesti di dirigente, l'altro di allenatore; e sono sicuro che potrbbe essere un altro capitolo pieno di trofei e soddisfazioni.
E poi non venitemi a dire che il calcio non è romantico...

Nessun commento:

Posta un commento

Chiuque è benvenuto a commentare qualsiasi post, purchè adotti un linguaggio consono e non offensivo. Grazie