Ecco un nuovo episodio della fantastica soap-opera "Caso Calcioscommesse". Ancora una volta sono interessanti i nomi che saltano fuori: un esempio è Stefano Mauri, di cui vorrei riportare gli ultimi "problemi" giudiziari:
Il 28 maggio 2012 viene arrestato con l'accusa di associazione a delinquere finalizzato alla truffa sportiva, nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse.
Il 4 giugno, dopo otto giorni di carcere, viene scarcerato e gli viene concessa la detenzione domiciliare.
Il 14 giugno, viene revocata anche la detenzione domiciliare poiché lo stesso GIP Guido Salvini afferma che non ci sono i presupposti per applicare una misura cautelare nei suoi confronti.
Dal 19 settembre seguente è indagato dalla Procura di Berna (Svizzera) per riciclaggio.
L'ipotesi che filtra dalla Svizzera è legata all'esistenza di
un'organizzazione "transnazionale" capace di spostare ingenti capitali,
utilizzati per le combine;
su un conto intestato ai genitori di Mauri sono transitate somme di
denaro sospette frutto di eventuali combine: fra queste, un versamento
di 100 mila euro effettuato con un bonifico.
Il 30 novembre la Procura di Cremona
chiede una proroga di sei mesi per lui e altri 32 degli indagati per il
calcioscommesse iscritti nel registro nel maggio scorso.
Il 10 luglio 2013 viene deferito dal procuratore federale Stefano Palazzi per illecito sportivo in riguardo al quarto filone dell'inchiesta di Cremona in relazione alla gara Lazio-Genoa del 14 maggio 2011.
Gli vengono contestate anche la violazione dell'Art. 1, comma 1
(violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità) e dell'Art.
6, comma 1 (divieto di effettuare scommesse) del Codice di Giustizia
Sportiva.
Eppure gli è stato concesso di disputare il campionato, dimostrandosi un uomo-chiave per la Lazio. Ed ha anche sollevato la Coppa Italia, quella Coppa, che in teoria, dovrebbe maggiormente rappresentarci.
Ed anche per questo episodio vorrei far parlare i fatti più che i miei pensieri.
Dal blog del Sole24Ore "Calcio&Business" di Marco Bellinazzo
Calcioscommesse: processo dal 24 luglio, Mauri rischia 5 anni di stop, la Lazio da 4 a 6 punti di penalizzazione
Al via il 24 luglio davanti alla Commissione Disciplinare della
Figc il processo sportivo relativo al filone d'inchiesta cremonese sul
Calcioscommesse. Si discuterà sia della presunta combine di Lecce-Lazio
del 22 maggio 2011 sia di quella di Lazio-Genoa del 14 maggio 2011. Il
procuratore federale, Stefano Palazzi, ha deciso infatti di non dividere
in due distinti procedimenti questa tranche dell'inchiesta lombarda. A
rischiare di più sono la Lazio, il suo capitano Stefano Mauri e il
calciatore Alessandro Zamperini. Il centrocampista biancoceleste é stato
rinviato a giudizio per doppio illecito per entrambe le partite oltre
che per la violazione dell'articolo 1, comma 1 (violazione dei principi
di lealtà, correttezza e probità) e dell'articolo 6, comma 1 (divieto di
effettuare scommesse). Palazzi potrebbe chiedere per lui tra i 4 e i 5
anni di squalifica; per il portiere del Toro, Jean Francois Gillet,
deferito soltanto per due illeciti, nel filone Bari-bis, il procuratore
ha chiesto 4 anni. Ma la posizione del brianzolo potrebbe pesare anche
sulla Lazio che potrebbe subire da 4 a 6 punti di squalifica oltre ad
una multa pecuniaria, almeno in primo grado: 2 punti per la
responsabilità oggettiva sul proprio tesserato per ciascuno dei due
illeciti, più 2 punti per le aggravanti date dalla "effettiva
alterazione dello svolgimento e del risultato della gara e dal
conseguimento del vantaggio in classifica" ottenuto con le due vittorie
dei biancocelesti. Rischiano invece 2-3 punti il Genoa, per
responsabilità dell'ex tesserato Omar Milanetto, che potrebbe rimediare 3
anni e 6 mesi come tutti i deferiti per un singolo illecito, e il
Lecce, che risponde per i tesserati Benassi, Ferrario e Rosati.
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