Dall'altra parte un Brasile che va a fiammate, di solito del suo talento piú atteso, Neymar, che ha deciso di prendersi non solo la squadra, ma anche tutta la nazione sulle sue gracili spalle. Accanto a lui, tanti bei giocatori, che peró Scolari, di sicuro non un totem del bel gioco, non riesce a sistemare in una orchesta un minimo armoniosa. Manca un riferimento in mezzo al campo, uno che riesca a far arrivare la palla ai tre davanti senza passare per lanci improbabili. Uno che giochi semplice. Ci sarebbero Oscar e Willian, che peró, tra posizioni in campo non ideali e forma non ottimale, paiono piuttosto spaesati.
Il Brasile deve cambiare in fretta; é vero non troverá sempre il Cile davanti a sé, ma vincere giocando male, é un benevolo segno che qualcosa deve essere aggiustato. I rigori di ieri devono essere un ulteriore incentivo a non trascurare troppo i propri difetti
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