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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

venerdì 20 giugno 2014

Fattore Costa Rica

Ed ecco il tracollo. Speravo, speravamo con un'altra squadra; un'altra piccola Corea (2002), forse un'altra Nuova Zelanda (2010). Il Costa Rica batte, meritatamente, un'Italia senz'anima, senze idee e senza fiato. Completamente sbagliate le scelte Thiago Motta e Abate. Il primo gravato dal fisico non troppo resistente e non di sicuro da velocista, ma non è una cosa che si scopre oggi. Il secondo vittima di uno stato di forma pessimo, che si è trascinato dietro negli ultimi mesi al Milan. Prandelli ha cercato di riparare la pezza inserendo Cassano, sulla cui tenuta fisica credo di aver già dato opinioni non troppo favorevoli e Insigne in una posizione non ottimale per esprimersi. Risultato: buio pesto. E noi, buoi pestati, senza tanti giri di parole.
Troppo concentrati sul difenderci da Joel Cambpell, ci siamo completamente dimenticati di attaccare, lasciando Balotelli in balia dei suoi pregi e difetti.
Raccogliamo gli appunti della lezione più vecchia del mondo: ai Mondiali non si fanno conti. Non si pensa al turnover e non si sottovaluta neanche il piccolo staterello situato tra Panama e Nicaragua.
Il prossimo giro, quello con l'Uruguay, è da dentro e fuori. Non voglio ritirare fuori l'ormai sfruttata credenza secondo cui tiriamo fuori il meglio di noi stessi solo con le spalle al muro, lo facemmo anche nel 2010. E non ci fu, ahinoi, un lieto fine. Basta solo giocare, cosa che, stasera, non siamo riusciti a fare.

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