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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

giovedì 17 luglio 2014

Fattore Cambiamento

In Serie A tira aria di cambiamento. Nel 2013 cambiarono Napoli, Inter e Roma, adesso, anche Milan (seconda volta in realtà) e Juventus. Inzaghi sulla panchina rossonera, Allegri su quella bianconera.
Parto dal primo. Inzaghi ha una gloriosa storia alle spalle, sul campo più un killer che un calciatore. Nasce e cresce sulla linea del fuorigioco, trionfa con goal "di rapina". Arriva sulla scottante panchina, lasciata, non senza strascichi, da Seedorf, mai andato troppo a genio nè alla società, nè ai calciatori. Alcune testimonianze narrano di particolari diete e regole dell'olandese, che hanno sancito la sua partenza. Inzaghi, non sarebbe di meno a quanto pare, ma serviva un testa da impalare e l'hanno trovata in Seedorf. Ma tant'è, questo è (anche) il calcio.
Inzaghi, da parte sua, si porta dietro inoltre la nomea di "spia" di Berlusconi in rossonero e dei giornalisti in Nazionale. Un fedele della dirigenza, mai una parola fuori posto, sempre tra le righe (non soltanto quelle del fuorigioco). Con il suo approdo, si spera in una ventata di aria pulita, in una nuova generazione di giocatori. A riguardo nutro qualche perplessità, ma ammetto di essere alquanto incuriosito dalla tattica e dai tatticismi che adotterà, in particolare, quelli riguardanti la zona offensiva.
Spostandoci un pò più ad Ovest, nel tranquillo Piemonte, è scoppiato il caos. Nel giro di ventiquattro ore scarse, si è passati da Antonio Conte, simbolo del triplo trionfo italiano, a Massimiliano Allegri, totem dei travagliati ultimi anni milanisti.
Si sono tramandate tante voci, dal mercato all'ambiente societario. Voci simili, ma contrastanti. I tifosi si sono visti colpiti alle spalle e tutt'ora non sanno se dalla dirigenza o dal loro "condottiero" (Agnelli dixit). Non credo che emergeranno altri particolari, quindi provo ad analizzare la situazione senza troppe trame complottistiche. Conte aveva più volte rivelato il proprio scetticismo riguardo alla stagione ventura. O si cambia o me ne vado. Sono partiti Vucinic, Quagliarella, Peluso, metà Zaza e metà Immobile, sono arrivati (a meno di colpi di scena stile Iturbe) Morata e Evra, più Marrone e il giovanissimo Coman.
La società una volta liquidato Conte, probabilmente troppo "pretenzioso", la Juventus ha virato senza tanti ripensamenti su Allegri. Si è evitata un'altra figura importante come Mancini (pare ben voluto da Nedved).
Il tenico livornese non si è distinto particolarmente per il bel gioco, ma per la  gestione dei fuoriclasse nello spogliatoio. Non fu il solo artefice del crollo milanista che culminò con la sconfitta con il Sassuolo, ma anche in quel caso serviva un capro espiatorio. Credo che troverà un ambiente più incline alle sue caratteristiche, ma anche scettico e che non lascia molte possibilità. In questo Agnelli ha ereditato molto dalla propria famiglia.
Vento nuovo in Serie A, che alla luce del quattordicesimo posto dell'Italia nel ranking FIFA, può portare qualche buona boccata d'aria.

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