Dal bordello al dirupo. La batosta di ieri sera sarà ben dura da digerire, sono sette schiaffi che colpiscono più dentro che fuori. La Roma si è dimostrata quel che è, molto in casa (inteso come Italia), ben poco fuori. E ieri non sono bastati neanche sessantamila spettatori, a evitare questo capitombolo. Il Bayern Monaco non è il Manchester City, ma neanche la Juventus. La squadra lo ha capito adesso, e a caro prezzo.
Garcia ha sbagliato formazione: continuo ad essere dell'idea che Cole sia un giocatore con le migliori primavere alle spalle e che Totti non possa più sopportare dei livelli così alti (li ha mai sopportati?). Iturbe è un giovane con una tecnica superiore alla media, ma non è un fuoriclasse. Non può (ancora) decidere le partite con una giocata veloce o un tocco fine. L'unica voce fuori dal coro è stato Gervinho, ex riserva dell' Arsenal. Da metà campo in giù, un disastro. Più che una sudditanza, ho visto paura, fin troppo reverenziale. La difesa su più di un goal è rimasta imbambolata, quasi chiedesse il permesso, quasi sempre negato, di rubare palla, di poter ripartire o contrastare.
Di sicuro non hanno aiutato le predizioni di vittoria dello scudetto (siamo ad ottobre, keep calm) e le numerose e ormai ripetitive interviste sulla partita contro la Juventus. Per una settimana vittimismo, ieri vittima per davvero; i giallorossi non hanno sbagliato partita ieri, hanno sbagliato l'approccio in tutti i giorni precedenti. Un pò di umiltà sarebbe servita ad evitare qualche rete.
Ora tocca alla Juve. Che la lezione alla Roma serva anche a loro: testa bassa e correre. In Italia, leoni, fuori... speriamo lo stesso.
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