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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

mercoledì 19 novembre 2014

Fattore Barricata

In un vecchio post riguardante l'approdo di Antonio Conte sulla panchina dell' Italia, avevo espresso alcuni dubbi sulla sua effettiva capacità di allenare una Nazionale. Dubbi che, nelle ultime due partite, sono stati  parzialmente confermati.
Conte è un allenatore dalle indubbie conoscenze, ha preso una squadra allo sbando, vittima delle gestioni fallimentari di Ferrara e Delneri (più Zaccheroni nel ruolo di Caronte), e l'ha trascinata fino al triplice trionfo in campo nazionale. Il tecnico leccese, paragonato per certi aspetti a Mourinho, è in grado di tirar fuori determinazioni e voglia (che lui ama racchiudere sotto la parola "fame") in un modo eccelso. Ha la tendenza di spremere i suoi fino allo sfinimento, ma i risultati, finora, gli hanno dato sempre ragione.
I miei dubbi nascevano dal fatto che Conte sa far giocare bene una squadra facendola lavorare molto; non riuscivo a capire, quindi, come potesse ottenere gli stessi risultati selezionando giocatori plasmati nel quotidiano da mani che non fossero le sue. Oltretutto, a remar contro (stage o non stage) vi è anche il tempo, sempre più ristretto. Ed ecco il paradosso: Conte, che a marzo si era infuriato con Prandelli per la convocazione di un "ammaccato" Chiellini, ora chiede disperato aiuto alle società. E' passato dall'altra parte della barricata, portandosi dietro anche un pò di ipocrisia.
Detto ciò, mi pare che su alcune questioni abbia ragione: le squadre italiane, oltre ad essere piene zeppe di stranieri (la maggiorparte dalle dubbie qualità), non si allenano fisicamente a sufficienza. La prova ne è il fatto che le formazioni europee, chele nostrane affrontano in Champions o in Europa League, corrano quasi il doppio più a lungo. Ma questo ha radici ancora più profonde, che partono dalla mentalità tutta italiana di anteporre la tattica (che si riducono in tatticismi) alla tecnica e alla resistenza fisica.
Conte non è probabilmente l'uomo giusto, ma è sicuramente nel momento sbagliato. I colori azzurri si basano su ultra trentenni (Buffon, Pirlo e De Rossi) e su una penuria di calciatori che sappiano saltare l'uomo. Non a caso ci esaltiamo al dribbling di un Cerci o di un Giovinco qualsiasi. Conte non ha del buon materiale grezzo ed è in un momento di piena crisi; toccherà a lui il fardello di trovare un'idea per vendere a buon mercato il poco che ha, con la consapevolezza che non tutto si compensa con schemi ben impostati. E' passato, di propria volontà, dall'altra parte della barricata, spero sinceramente che qualcuno dei giocatori lo segui. Due partite e ne manca già uno all'appello, quello "tornato al proprio Paese", Tavecchio dixit.

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