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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

domenica 21 settembre 2014

Fattore 3a giornata Serie A 14/15

La strada è lunga. E il Milan se n'è accorto ieri sera, trincerato in difesa sotto la dittatura bianconera. Partita ad un unico senso, salvo la capocciata di Honda su dormita della difesa juventina e qualche spazzo di Menez. C'è bisogno di consapevolezza dei propri limiti, inutile illudersi. La panchina è corta, la coperta  tattica fin troppo lunga. Dopo il primo tempo i rossoneri erano già stanchi, causa la ricerca elementare e dispendiosa del contropiede. La saracinesca in difesa e il rilancio a molla in attacco sono caratteristiche del nostro calcio, ma ti fanno vincere una partita, un torneo, non un campionato. E' una tattica troppo faticosa ed è il motivo per cui i bianconeri fossero nettamente più lucidi pur avendo avuto la Champions martedì contro una squadra nordica, che a livello fisico ha poco da invidiare.
Il centrocampo rossonero ha carenze a centrocampo, che temo non verranno colmate dal giovane (forse ancora acerbo) Van Ginkel. Quando la fatica affiora, un paio di piedi buoni sono un ottimo tampone. Ho capito poco i cambi, non avrei messo sia Torres che Pazzini, due arieti, vista la scarsa dedizione di De Sciglio sulla trequarti avversaria e la rara precisione di Abate nei cross alti.
Dall'altra parte Allegri gongola. C'era troppo scetticismo alle sue spalle e lui, poco alla volta, si sta togliendo tutti i sassolini. Non sono tra quelli che sostengono che abbia cambiato poco. La difesa, nonostante l'assenza di Barzagli, uomo simbolo degli ultimi anni, è stata facilmente sopperita da Caceres, da tempo più che un semplice panchinaro e Ogbonna, che patisce meno la serietà di Allegri, rispetto alla veracità di Conte.
Tevez aveva perfettamente inquadrato la partita: è il Milan che deve dimostrare qualcosa. Forza venite avanti, noi siamo superiori a voi. Ha funzionato alla perfezione, direi.
Azzardo un paragone: Tevez assomiglia a Maradona molto più di Messi. Hanno simile leadership, sanno caricarsi la squadra, lo stadio. Lottano sempre e hanno pure la stessa tendenza a scendere fino a centrocampo pur di avere la palla tra i piedi.
Ora tocca alla Roma dimostrare di tenere il passo per il secondo anno, la Juve è lì che aspetta al varco, con il pugnale tra i denti.

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