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"Non è il buono contro il cattivo e fare in modo che vinca il buono. Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget."

Johan Cruijff

lunedì 27 aprile 2015

Fattore Derby

Mentre Milano vive di stenti sportivi e cerca compratori esteri, Torino dona spettacolo di ogni tipo. Deplorevole fuori dallo stadio, appassionante sul campo di gioco. Il risultato è storico: 2-1. Pirlo, Darmian, Quagliarella. E così, dopo vent'anni, il tabù è sfatato. Di mezzo, anche tre pali colpiti dai bianconeri, ma che non bastano a fermare un urlo di gioia che i tifosi granata si tenevano dentro da ormai troppo tempo. Ultimo ad esultare fu Rizzitelli, con una doppietta.
Una vittoria da Toro, tutto cuore, magari con poca tecnica, ma trascinato da una voglia tremenda di dimostrare il proprio valore e far risplendere una gloriosa storia. Gli uomini partita sono tanti, da Quagliarella, il figliol prodigo, Darmian, il ragazzo dal viso pulito, Glik, il tenace beniamino della tifoseria o Ventura, l'allenatore-maestro che, a 67 anni, quando per gli altri inizia il declino, si ritrova all'apice della propria carriera. La libidine è negli occhi di tutto il popolo granata.
Dall' altra parte ci sono state scelte azzardate da parte di Allegri, come quella di rinunciare alla squadra titolare o il modulo ("sistema di gioco", preferisce il livornese) che ha fatto sbandare la Vecchia Signora. Il migliore degli juventini è stato Pirlo, che, a tratti, ha predicato nel deserto. La nota stonata in questo gruppo resta Alessandro Matri, sempre volenteroso, ma con quel briciolo di talento in meno, che ne ha sempre bloccato l'esplosione.
E' stato un derby storico, che, però, non crea troppi grattacapi, ovvi sfottò esclusi, in termini di classifica. L'unico pensiero ora è quello di chiudere il campionato il prima possibile e dedicarsi ai madrileni, che nutrono qualche difficoltà, ma che non sembrano patirne.
Dopo Parma e Torino, direi che i bonus sono finiti. Per scrivere qualcosa di veramente importante è necessario mettere da parte colpi di tacco e inutili leziosismi davanti alla porta avversaria.
Torino si ritrova, ancora una volta, ad essere la città a regalare più gioie ai propri sostenitori. Che sia davvero giunto il momento del fine del dominio milanese?

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